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Comitato economico e sociale del 2001


Ma le aperture al riguardo più interessanti, ad oggi provengono, probabilmente, da un parere del Comitato economico e sociale del 2001.
Il Comitato descrive in maniera efficace la sfera di "incertezza" che circonda i servizi sociali privati senza scopo di lucro, e dà conto altrettanto bene dello stato di "profonda inquietudine" in cui i soggetti del terzo settore, impegnati nell'erogazione di tali servizi, versano di fronte al diritto comunitario della concorrenza.
Il Comitato si interroga sui modi per dare alle stesse una pagante risposta.
Tra le due possibili soluzioni (quella volta a introdurre una clausola di esenzione generale per talune categorie di servizi sociali forniti esclusivamente da operatori privati non profit, e quella diretta a congegnate forme di applicazione selettiva e modulata del diritto della concorrenza) il Comitato mostra, giustamente, di prediligere la seconda.
Purché bilanciate con i valori solidaristici che plasmano così intimamente tali attività, dunque, le regole di concorrenza, selettivamente applicate modellate, possono concorrere ad assicurare libertà di scelta ed efficienza ai fini di una migliore garanzia dei diritti sociali, adempiendo ad una essenziale funzione di stimolo e sviluppo dei servizi sociali.

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