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Mercato del lavoro e tutela degli anziani


In conclusione si deve prendere atto che mercato del lavoro e sistema previdenziale hanno motivo di interagire, in rapporto al fenomeno dell'invecchiamento demografico, secondo logiche distinte e, in buona parte, non sovrapponibili.
L'età del lavoratore condiziona di regola la produttività delle relative prestazioni, quale attesa dal datore di lavoro, e le esigenze che sono alla base della flessibilizzazione dei modelli di lavoro rispondono alla logica della produttività.
È "normale" dunque, che le imprese tendono a preferire lavoratori "giovani" a lavoratori "anziani", e ad avvalersi di tutti gli strumenti giuridici che la legge ponga a loro disposizione, per le più convenienti manovre di sostituzione dei secondi con i primi, e in ogni caso scegliere, tra questi, quelli di minor "costo".
Nella prospettiva previdenziale, l'attribuzione ad una platea più ampia, e quindi comprensiva anche degli anziani, del bene fondamentale del lavoro, che si realizza attraverso le politiche di incremento e sostegno del tasso di occupazione, vale e va apprezzata per sé stessa: cioè come mezzo di prevenzione "radicale" di quelle situazione di bisogno che il sistema delle assicurazioni sociali è istituzionalmente chiamato a sovvenire.

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