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Rudi Fuchs e la Documenta

Rudi Fuchs e la Documenta


La cura individualista

Rudi Fuchs, contraddicendo le ipotesi conclamate nelle recedenti due edizioni, ma attraverso un sistema teoretico concettuale, nel 1982 realizza una Documenta volontariamente privata di tematiche centrali ed in cui le opere venivano ad essere chiamate a rappresentare soltanto esse stesse. Tuttavia questa forse più altre edizioni risulta essere direzionata sull'ipotesi di una installazione musealizzata, ovvero di una mostra estemporanea che avesse già in sé il carattere specifico e forte del museo dalla cui cultura Rudi Fuchs proviene. Questa edizione segna inoltre il ritorno preponderante della pittura, della scultura e di tutti i generi classici dell'arte contemporanea momentanenamente quasi del tutto assenti nelle due precedenti edizioni. Il 1982 sarà comunque ricordato per la splendida opera realizzata da Josef Beuys "7000 querce" e "7000 massi di basalto"; a ciascun masso corrispondeva una quercia da piantare nello spazio esterno, e quest'opera, forse più di tutte, segna e distingue ogni anno di più, con la crescita di questa inquietante e folta foresta, l'identità di Kassel. L'ultimo albero è stato poi piantato nel 1987, pochi mesi dopo la morte di Josef Beuys. Se Documenta 5 era stata l'apoteosi dell'ipotesi processuale dell'azione curatoriale Documenta 7 dà origine alla serie degli allestimenti postmoderni ed alle grandi mostre incentrate sul protagonismo degli artisti invitati. Dal senso cooperativistico ed empirico si passa ad una visione incentrata sul profilo individuale degli artisti proponendo una visuale complessa in cui interagiscono differenti prospettive e differenti ambientazioni.

Tratto da LA CURA CRITICA di Alessia Muliere
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