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Le quattro giornate di Napoli - 1943 -


In seguito all’armistizio, i comandanti tedeschi ordinarono ai loro soldati di rubare dai magazzini le risorse alimentari, soprattutto la carne. Sono molte le testimonianze di scontri con i tedeschi per il maiale o la mucca e sono molti i contadini e i pastori uccisi perché difendevano il loro bestiame. Si sarebbe dovuto inoltre razziare la manodopera italiana per i lavori di fortificazione e per la deportazione verso il lavoro forzato in Germania. Il 23 settembre con un’operazione fulminea vennero rastrellati migliaia di uomini in Campania e nel basso Lazio.
Occupazione militare, ritirata strategica con la politica della terra bruciata, linea di fortificazione e difesa, combattimenti con gli alleati, accelerazione della violenza da parte dei soldati, tutti elementi connessi tra loro e tutti operanti nel medesimo periodo di tempo produssero effetti letali per la popolazione. Le violenze si sommarono in alcuni casi, raggiungendo livelli atroci, quando si ebbero anche rappresaglie, rastrellamenti e deportazioni di uomini, distruzione dell’abitato e saccheggi. A tutto ciò la popolazione rispose con un’inaspettata e sottovalutata energia e che portò a Napoli e a Acerra a vere e proprie insurrezioni contro i tedeschi.
Cancello Arnone era composto da due frazioni distese sulle rive del Volturno e unite da un ponte. Fu questa posizione che fece del paese un obiettivo strategico per i bombardamenti degli alleati che colpiscono la mattina del 9 settembre insieme a Capua. Molti non vollero credere che fossero bombe angloamericane. Quella mattina, nel momento in cui arrivarono gli aerei, per una tragica ironia della sorte, la gente era in chiesa dove si stava celebrando una messa di ringraziamento per la fine della guerra. Le bombe centrarono appieno la chiesa, oltre le abitazioni. Il paese fu distrutto.
Dopo il bombardamento gli abitanti, senza case e terrorizzati dall’eventualità di altre incursioni, si sparsero nelle masserie, nei casolari di campagna e nei paesi delle colline. Tuttavia la fuga era limitata a uno spazio circoscritto. A Cancello erano quasi tutti allevatori. Ancora oggi il paese è il centro dell’allevamento della bufala e della mozzarella. Tutti avevano animali e cercavano di difenderli come potevano. Era l’unica fonte di sostentamento per questo il conflitto con i soldati tedeschi che cercavano di prenderseli era feroce.
Mondragone subì un’incursione nella notte tra l’8 e il 9 settembre. Ma le violenze perpetrate dai tedeschi, fecero attribuire anche le bombe a un’azione germanica.
In seguito fu dato ordine di evacuare il paese e chi vi rimaneva sarebbe stato accusato di essere una spia e condannato a morte. La gente sfollò ma molti tornavano per cercare cibo o per salvare qualche cosa. Qualcuno non aveva obbedito ed era rimasto per difendere la casa e gli animali. Chi non sfuggiva ai tedeschi, veniva fucilato.
Le testimonianze raccolte riportano episodi confusi e raccontano di vari tipi di violenza, anche quella sessuale sulle donne.
Anche Capua compare fra gli obiettivi primari. La città, con una popolazione di circa 12mila abitanti, era cruciale per la presenza dell’aerodromo, la fabbrica di munizioni, il pirotecnico. I primi bombardamenti ci furono tra luglio e agosto. Il 9 settembre, all’indomani dell’armistizio, la città fu distrutta. Molti cittadini, quel giorno, erano per strada a festeggiare la fine della guerra e i bambini erano in strada a salutare gli aerei americani.

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