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Articolo 19: Dio ordina tutto secondo un fine

Bandire le cause finali dalla fisica comporta pericolose conseguenze soprattutto quando questa idea è legata alle convinzioni che non esistano fini in natura e che Dio non agisca secondo un fine, che è il meglio per le sue creature. Senz’altro ci si illude se si pretende di definire quali sono i fini di Dio, ma ciò accade solo quando li vogliamo limitare a qualche progetto particolare, credendo che Egli abbia avuto di mira una cosa soltanto, mentre tiene conto di tutto. Così quando crediamo che Dio abbia fatto il mondo solo per noi, ci illudiamo fortemente, sebbene sia vero che Egli l’ho ha fatto interamente in considerazione di noi e che non c’è nulla nell’universo che non ci tocchi. Dio non fa mai nulla per caso e non è come noi a cui qualche volta sfugge ciò che è opportuno fare. Ci si guardi bene, dunque, dalle frasi di certi presunti «spiriti forti, secondo cui vediamo perché abbiamo gli occhi, senza che gli occhi siano stati fatti per vedere. Quando si professano seriamente queste opinioni, che tutto attribuiscono alla necessità della materia o a un certo caso […], è difficile poter riconoscere un autore intelligente della natura. L’effetto deve corrispondere, infatti, alla sua causa, anzi lo si conosce nel modo migliore a partire dalla conoscenza della causa: ed è irragionevole introdurre un’intelligenza sovrana come ordinatrice delle cose e poi, invece di servirsi della sua saggezza, servirsi, per spiegare i fenomeni, soltanto delle proprietà della materia». Come se, per dare ragione della conquista fatta da un principe prendendo una piazzaforte importante, uno storico facesse ricorso al fatto che la sapiente fattura delle armi utilizzate ha permesso una maggiore resistenza dei materiali alle sollecitazioni subite, invece di esaltare le qualità del conquistatore che ha saputo scegliere i tempi e i mezzi opportuni che gli hanno consentito la vittoria.

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