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Paul Greengrass: Green Zone (2010)

Il film di Greengrass, solo liberamente ispirato al libro di Chandrasekaran, racconta la storia dell’ufficiale Roy Miller che, con la sua squadra, è incaricato di scovare i siti in cui gli Iracheni nasconderebbero le armi di distruzione di massa, la cui presenza ha determinato l’intervento militare americano. Mentre la sua ricerca (che provoca numerosi morti tra civili e soldati americani) si rivela vana, Miller scopre che l’amministrazione Bush, d’accordo con alcuni iracheni di spicco del partito Baath (quello di Saddam), era perfettamente al corrente già prima della guerra del fatto che l’Iraq non possedesse i micidiali ordigni.
Il film si propone come una sorta di docufiction ed è semplice riconoscervi  alcuni personaggi chiave delle news dei primi anni di presenza americana in Iraq: il ricco, equivoco, espatriato iracheno Zubaidi cui si vorrebbe affidare il nuovo governo (Chalabi), la celebre giornalista del Wall Street Journal che ha diffuso senza prove tutte le invenzioni di Cheney sulle armi di distruzione di massa (in realtà Judith Miller, del New York Times, poi allontanata dalla testata), l'ufficiale della Difesa che insabbia qualsiasi domanda scomoda (un burocrate che si veste come Paul Bremer20 e dichiara che «la democrazia è incasinata», come Rumsfeld).
Compare ovviamente anche il Presidente Bush, che annuncia la fine delle operazioni di guerra mentre Bremer scioglie l’esercito iracheno e Al Rawi, generale di Saddam, commenta «siamo solo all’inizio, la guerra non è finita con la conquista di Baghdad» (mentre sullo sfondo la città è teatro di combattimenti)
La Green Zone, ovvero la lussuosa cittadella fortificata di Saddam in cui si insedia la Cpa, che il libro di Chandrasekaran aveva descritto nei particolari, qui viene rappresentata negli stessi termini: i fastosi palazzi ormai decaduti, la piscina per i funzionari, etc.
Il film mette  in luce, infine, come Imperial Life in the Emerald City, le divergenze e la mancanza di un progetto comune tra i diversi soggetti coinvolti nella missione irachena: il Pentagono, la  Casa Bianca, la Difesa, la Cia:
Ufficiale Miller: «Non siamo un fronte unico?» 
Agente Brown (CIA): «Non sia ingenuo!» 

Tratto da LA MISSIONE AMERICANA IN IRAQ di Isabella Baricchi
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