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Il racconto di Ulisse nell'Inferno

Il racconto di Ulisse nell'Inferno

La narrazione comincia senza preamboli, siamo nel vivo dell'azione. Ulisse motiva la nuova avventura, sentita come un fuoco (ardore) che brucia dentro e che non può essere spento nemmeno dagli affetti più cari. Ulisse, nell'assecondare questa esigenza, sviluppa la propria natura di uomo, esemplificata nella sete di conoscenza di ciò che è ignoto.

Il mare è lo scenario adeguato: non a caso apre e chiude la vicenda; e la sinalefe mare aperto sembra quasi fondere i due termini e farne uno solo più grande, a renderne così la sconfinatezza. Basta un'orazione piccola ma molto persuasiva per convincere i compagni. E' un comando travestito da preghiera, e l'ordine è nascosto nell'imperativo (Considerate).

L'occidente indica sia la direzione da seguire per scoprire il mondo senza gente sia, ambiguatamente, il luogo dove tramonta il sole e quindi la fine della vita dell'uomo.
L'antitesi (noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto) disegna il repentino cambiamento dello stato d'animo. Un turbine di vento li avvolge, solleva la nave come un fuscello per tre volte, numero divino. E nel vocabolo finale rinchiuso c'è un triplice chiudersi del racconto di Ulisse, della sua drammatica avventura e del canto che lo ha per protagonista.

Come vide Fubini, l'impresa di Ulisse risalta la grandezza dell'umanità prima di Cristo, ma anche la sua insufficienza, perchè non può essere sostenuta dalla Rivelazione divina. In Ulisse si celebra l'uomo ma anche i suoi limiti. E in questo dramma Dante trova se stesso, quando in un certo periodo della sua vita fu suggestionato dall'idea di poter raggiungere la verità attraverso la via filosofica. Ulisse, se non fosse per il peccato di frode, starebbe nel limbo.

Secondo la Corti, il limite posto da Ercole sembra non esserci mai stato nell'antichità e introdotto  dagli arabi per motivi commerciali. Tale limite è superato da Ulisse non per infrangere un divieto, quanto per soddisfare la propria sete di sapere. Se l'impresa è fallimentare, la sua motivazione è nobilissima. Dante, sì, condanna Ulisse ma è coinvolto emotivamente dal suo dramma, come con altri personaggi dell'inferno. Ancora, per Lotman, se Dante è un pellegrino, Ulisse è un esploratore.

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE I di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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