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La produzione drammatica di Lope Felix De Vega Carpio


Passiamo alla produzione drammatica di Lope. Principi non dissimili da quelli prima esposti Lope li aveva affermati anche riguardo all’arte teatrale e alla nuova maniera di scrivere le opere, nel suo libretto del 1609 Arte nuevo de hacer comedias. Un libro che da una parte consente di constare retrospettivamente la fedeltà del drammaturgo, negli anni, ai suoi motivi e alle sue convinzioni, dall’altra ha dato modo a qualcuno di intravedere nascosti ma reali rapporti tra l’esperienza lopesca e quella gongorina.  Nel trattato De Vega, ironicamente, mostra affettazione per i suoi detrattori, simulando ossequio per la precettistica aristotelica e fingendosi costretto ad allontanarsene di tanto in tanto per seguire le barbare leggi che le platee popolari madrilene gli imponevano. In realtà Lope sostiene fermamente la superiorità della lezione dell’esperienza e il gusto e la richiesta del pubblico, rispetto alla precettistica astratta dei libri. Passa poi a sostenere la necessità della mescolanza degli stili, bandendo poi l’unità di luogo e di tempo a condizione che la fabula abbia un’azione coerente  e non si disperda in mille rivoli episodici.
La commedia deve dividersi in tre atti (e non cinque com’erano prima di lui), ognuno dei quali non deve abbracciare, se possibile, più di un giorno; la scena inoltre non deve mai rimanere vuota.
Le opere teatrali di Lope de Vega comprendono: autos, autos sacramentales, commedie religiose, mitologiche, di storia antica, di storia straniera, di storia nazionale, cavalleresche, romanzesche, di intrigo, di ambiente rurale eccetera.
Gli autos.
Gli autos sono atti unici, di forte tradizione in Spagna, di argomento religioso, allestiti e rappresentati a spese pubbliche o di ricchi mecenati durante le feste religiose. Gli autos sono il genere maggiormente proteiforme nella produzione di De Vega, e passano da semplicità quasi prive di mezzi scenici e varietà tematiche relative, a strutturazioni via via più complesse e fastose. Gli autos di Lope sono circa quattrocento, anche se tranne qualche rara eccezione, sono componimenti mediocri, schiacciati dal peso dell’allegorismo e dall’uso indiscriminato del meraviglioso.
Le commedie religiose, di intrigo e di storia antica.
Le prime pescano in opere agiografiche o in pie tradizioni. Anche qui la vivacità di Lope e il suo intuito psicologico sono sacrificati al gusto allegorico, freddo e massiccio. Le commedie di intrigo sono meglio riuscite. Chiamate anche di cappa e spada, o di costume, si svolgono di solito in ambienti borghesi o della media aristocrazia, con uno sfondo amoroso sviluppato abilmente e terminante, di solito, con un lieto fine. Le commedie di storia antica e di storia straniera mettono microscopicamente in risalto un altro grande difetto dell’autore: la sua incapacità di estraniarsi dal suo paese e dalla sua epoca, e quindi di rappresentare in maniera quanto meno plausibile situazioni storiche o psicologiche remote dalla sua.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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