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La vita di Gustavo Adolfo Bècquer (1836 – 1870)


La vita.

Frutto tardivo del romanticismo, Gustavo Becquer incarnò con maggior coerenza la linea dell’intimismo romantico. La soggettività opposta ad una oggettività deludente, gusto del mistero e dell’immaginazione fantasmagorica e visionaria, l’affermazione del valore rivelatorio del sogno, il dolore di vivere, sono i pilastri dell’opera dello scrittore. Dall’incontro turbolento con Casta Estebàn e dalla scoperta del paesaggio dell’anima, incarnato da Noviercas, paese natale di Casta,fatto di densi silenzi, rovine e costumi preindustriali ricchi di antica memoria storica e culturale, nascono nel 1861 le Cartes literarias a una mujer e le prime Leyendas.    
A partire dal 1864 si unisce al fratello Valeriano e con lui passa un periodo nel monastero di Viruela, in quasi totale isolamento, dal quale trarrà poi le Cartas desde mi celda. Assisterà allo sfacelo della rivoluzione del 1868 e morirà nel 1870, a trentaquattro anni.
Becquer era nato troppo tardi per partecipare all’entusiasmo di Larra ed Espronceda, e troppo ai margini della cultura europea per poter vivere appieno la drammaticità della modernità. Le sue opere erano lievi e monotone, destinate a diventare livre chevret delle signorine di allora, ma riuscirono comunque ad essere testimoni del loro tempo.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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