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La vita di Tirso de Molina (1584 – 1648)


Il vero nome di Tirso è Gabriel Téllez. Destinato all’oblio fin quasi ai giorni nostri, per la scarsezza di informazioni biografiche su di lui, che spesso hanno avversato il riconoscimento delle sue opere, anche di quelle più importanti, come El burlador de Sevilla,  solo da poco tempo sta riottenendo il successo che merita. Rampollo bastardo della illustre famiglia Osuna, forse fratellastro dell’arrogante e inquieto Pedro Téllez Giròn, vicerè di Sicilia e poi di Napoli, che con molta probabilità gli ispirerà il personaggio di Don Juan Tenorio. Gabriel si fa religioso ed entra nell’ordine della Mercede, protetto dalla casata di famiglia. Si dedicherà senza troppi impacci alla pratica teatrale e sarà molto amico di Lope de Vega, che omaggerà nel suo Cigarrales de Toledo. Del repertorio di Lope, Tirso apprezza soprattutto le commedie “de enredo” cioè quelle a sfondo amoroso, che reinterpreterà a modo suo, innestandole coi moduli del romanzo pastorale, moduli che studi recenti vogliono ricollegare ad alcuni tratti fondamentali delle opere moliniane: approfondimento psicologico, radicale riduzione dei personaggi a due coppie fisse di innamorati, travestimento di donne in uomini, di gentiluomini e gentildonne in villani di entrambi i sessi, agnizione eccetera.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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