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La produzione scientifica e le lettere a Lucilio (Seneca)


Oltre a questi due trattati compare l’opera Naturalium quaestionium libri VII unica opera di carattere scientifico. Vi si tratta dei fenomeni atmosferici e celesti. Frutto di un lungo lavoro di trascrizione sembra che l’opera rappresentasse l’evoluzione in senso fisico dell’impianto filosofico dell’autore. In realtà non vi è alcun rapporto organico tra indagine scientifica e ricerca morale. L’opera intende rappresentare la natura come insieme di fenomeni sensibili sottoposti al vaglio del logos: la natura è una parte del logos, è ciò che vedi e ciò che non vedi.

Le lettere a Lucilio.


Il ritiro di Seneca dalla vita politica segna l’inizio di una produzione letteraria orientata soprattutto alla coscienza individuale e al progressivo ritiro dalla vita politica  (che comunque non scomparirà mai del tutto). È di questo periodo la raccolta epistolare nota come Epistulae ad Lucilium. Non sappiamo se effettivamente vi sia stato uno scambio di lettere tra Seneca e il giovane amico Lucilio tuttavia non c’è ragione di non crederlo, tutt’al più che molte lettere contengono riferimenti quelle scritte in risposta dal ragazzo. Le lettere sono di lunghezza variabile (da poche righe a veri e propri trattati) ma non le possediamo tutte. 
La lettera è un mezzo di educazione spirituale; vero e proprio strumento di crescita morale  e diario delle quotidiane conquiste dell’animo sulla strada della sapientia. La lettera crea una realtà dialogica con il destinatario molto più personale ed efficace dell’insegnamento dottrinale. Ma la forma epistolare ha anche vantaggi pedagogici: proponendo ogni giorno un tema nuovo e di semplice apprendimento su cui riflettere abitua il giovane a riflettere sulla filosofia in maniera graduale; concludendo ogni lettera con una breve sentenza o aforisma 
Seneca lascia all’allievo un insegnamento lapidare e immediato su cui riflettere. Ma la lettera non insegna e perfeziona solamente l’allievo ma anche il maestro, che col tono pacato di chi vuole apprendere approfitta dello scambio epistolare per riflettere sui mali del mondo e giungere così alla saggezza perfetta che tuttavia mai raggiungerà. La realizzazione del progetto stoico che avviene solo con la pratica dell’otium è accentuatissima nelle Epistolae: la costante ricerca della sapienza e la conseguente liberazione dell’animo sono le mete da raggiungere e lo scambio epistolare può giovare non solo al diretto destinatario ma a chiunque legga. Seneca non ha più funzioni politiche, è necessario quindi che la sua missione si svolga nel campo dell’individualità.
Tra le epistole più famose ricordiamo: il valore e l’uso del tempo; la dignità verso gli schiavi; la coincidenza tra tipo di linguaggio e animo;

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
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