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Diagnosi di avvelenamento nella medicina legale


Fondamentalmente la diagnosi di avvelenamento si raggiunge attraverso l’applicazione di tre criteri fondamentali: l’anamnestico clinico, l’anatomopatologico e il chimico tossicologico.
I dati anamnestici forniscono informazioni sulle circostanze, i luoghi e le situazioni di avvelenamento: è sicuramente utile considerare l’attività svolta dalla vittima, le sue frequentazioni, a quale tipo di veleno egli poteva avere accesso, e la sintomatologia presentata (ad esempio l’odore del tossico, il colore della cute, delle labbra e delle gengive, il contenuto gastrico, ecc…).
A livello di analisi anatomopatologica, assume importanza il fatto che le droghe e i tossici sono generalmente detossificati nel fegato, che è alterato in modo caratteristico nell’avvelenamento da mercurio e da funghi e dell’intossicazione alcolica cronica.
Inoltre essendo le sostanze tossiche eliminati anche per via urinaria, il tessuto renale può essere alterato.
Quando è necessaria un’analisi tossicologica su un vivente saranno raccolti campione di sangue, di urina, eventualmente di vomito o di liquidi della lavanda gastrica.
Per un esame tossicologico da eseguire su campioni prelevati da un cadavere, vanno raccolti oltre al sangue, l’urina e il contenuto gastrico, anche campioni di bile, frammenti di fegato, a rene e milza, umor vitreo e capelli.
L’analisi tossicologica si avvale di tecniche di screening e di conferma cromatografiche:
a. lo screening comporta sia vantaggi:
i. esecuzione rapida,
ii. bassi livelli rilevabili (0,5-5 mcg/ml),
iii. vasto spettro di possibilità analitiche (morfina, barbiturici, metadone, cocaina, anfetamine, ecc…),
iv. richiedono modesta esperienza tecnica;
che svantaggi:
i. falsi positivi,
ii. l’età del campione e le variazioni del pH l’influenzano i risultati,
iii. i metaboliti possono interferire,
iv. i reattivi sono molto costosi,
v. l’apparecchiatura per i sistemi che richiedono analisi strumentale è molto costosa;
b. tra le tecniche di conferma cromatografiche, la TLC ha un notevole valore orientativo e può consentire l’ottenimento in forma relativamente pura della sostanza incognita da sottoporre eventualmente a un successivo controllo:
i. la gascromatografia offre dati più riproducibili che la TLC anche se le sostanze a basso peso molecolare possono non essere rilevabili;
ii. nella spettrometria di massa si ottengono dati molto specifici, in quanto lo spettro è caratteristico di ogni sostanza.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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