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Caratteristiche della competizione aziendale




Andrei Schleifer, Does competition destroy ethical behavior?
Nel lungo periodo la competizione può essere positiva per la promozione di comportamenti etici, poiché promuove la crescita ed aumenta le entrate.
I comportamenti considerati non etici, sono spesso una conseguenza della pressione competitiva dei mercati.
La pressione competitiva promuove, dunque, la diffusione di comportamenti non etici.
Le norme etiche evolvono per sostenere comportamenti cooperativi, così da promuovere il corretto funzionamento delle istituzioni sociali. Per esempio, la condanna etica della corruzione deriva dal fatto che la classe politica non deve abusare della fiducia dei cittadini e che una società funziona meglio quando il proprio governo lavora onestamente. Le norme etiche contro il lavoro minorile sono dettate dal principio che i forti devono sfruttare i deboli, e così via...
Quando l’etica promuove un comportamento cooperativo, i comportamenti etici e quelli efficienti vanno di pari passo.
In altri casi, invece, c’è disaccordo tra comportamenti etici ed efficienti in quanto spesso, gli standard etici che hanno avuto una giustificazione di efficienza nel passato, non sono più considerati efficienti oggigiorno, oppure perché ciò che è etico in una società ideale, peggiora le cose nel mondo reale.
Esempio: lo sfruttamento del lavoro minorile è una brutta cosa nei paesi in cui è facile accedere all’istruzione o ai mercati di capitale. Nei paesi in via di sviluppo o sottosviluppati, tuttavia, le uniche alternative al lavoro minorile sono la malnutrizione e la morte (di fame).
Questi esempi mostrano come i comportamenti che vengono considerati non etici, non sempre sono inefficienti.
Può anche capitare che comportamenti considerati etici, siano in realtà frutto dell’indottrinamento politico che spesso persegue gli interessi delle lobby e non dei cittadini.
QUINDI: a volte i comportamenti non etici sono anche inefficienti, ma altre volte i comportamenti non etici possono anche essere efficienti. In molti casi è la pressione competitiva che porta alla diffusione di comportamenti non etici.

Tratto da RESPONSABILITÀ DEI MEDIA di Marco Cappuccini
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