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Eziologia dei disturbi dell’attaccamento


La teoria dell’attaccamento sottolinea l’importanza del caregiver e della sua responsività per promuovere il senso di sicurezza; se ciò non accade, infatti, si determina uno stato di insicurezza e di diffidenza verso l’adulto, ma anche difficoltà a regolare le emozioni con la tendenza a minimizzare o a reprimere le emozioni.
E’ attraverso l’AAI che possiamo classificare gli adulti come sicuri, distanzianti o preoccupati:
- i sicuri: sono in grado di parlare delle loro esperienze precoci apertamente e di riflettere sugli effetti di queste sulla loro personalità adulta;
-i distanzianti: tendono a minimizzare gli effetti delle loro esperienze negative, idealizzano i propri genitori, malgrado le storie che essi stessi riportano non confermino ciò;
-i preoccupati: pongono particolare attenzione alle passate esperienza fornendo molti ricordi, nonostante la difficoltà ad integrarle.
-I soggetti sicuri avranno maggiore probabilità di avere figli sicuri;
-i soggetti distanzianti avranno maggiore probabilità ad avere figli evitanti;
-i soggetti preoccupati hanno maggiore probabilità ad avere figli ambivalenti.

-I bambini sicuri integrano informazioni derivate affettivamente con informazioni derivate cognitivamente;
-i bambini evitanti apprendono che le informazioni affettive conducono a risultati spiacevoli, dunque tendono difensivamente ad escluderle in favore di quelle cognitive;
-i bambini ambivalenti sono incapaci di trovare una strategia mentale e/o comportamentale per organizzare la loro condotta ed esprimono sofferenza per l’incapacità di predire o influenzare il loro ambiente.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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