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Posizioni di strutturalismo e funzionalismo nello studio della personalità


Lo strutturalismo e il funzionalismo sono i due principi guida che hanno indirizzato la ricerca in psicologia nei suoi primi anni.
Lo strutturalismo (Wundt) si riferisce allo studio degli elementi di base della mente e gli strutturalisti sostengono che l’esperienza psicologica possa essere ricondotta alla combinazione di semplici elementi distinti.
Il funzionalismo (James), dominante nella psicologia americana delle origini, studia la mente in uso e cioè come l’individuo cerca di adattarsi alle contingenze ambientali.
Gli psicologi della personalità contemporanei riconoscono che strutture e processi sono interdipendenti, entrambi essenziali per comprendere cosa sia e come funzioni la personalità.
Tutti i processi psicologici operano appoggiandosi a strutture psicologiche e tutte le strutture sono il risultato di processi.
Janet perviene a una teoria dinamica che concepisce ogni forma di condotta come il risultato della combinazione di forza e tensione psichiche. Mentre la forza riguarda la quantità di energia psichica che sostiene le diverse attività, la tensione riguarda il loro grado di organizzazione. Janet enfatizza l’importanza delle determinanti sociali della personalità, ritenendo che l’organizzazione complessa di tendenze dinamiche dipenda ampiamente da fattori interpersonali e sociali.
Lewin raccomanda di identificare le dinamiche psicologiche e le forze sociali che rendono conto dei vari comportamenti nei contesti in cui si producono. Nella sua teoria del campo, prende a modello una topologia matematica, dove ogni comportamento è una funzione della persona e dell’ambiente. All’interno di questa struttura enfatizza le percezioni che gli individui hanno di sé stessi e dell’ambiente, esaminando questi fattori come forze (bisogni e obiettivi) operanti nel campo psicologico.
Ciò implica che la persona debba essere esaminata nella situazione concreta, per trarre le ragioni del suo comportamento dalla totalità dei fattori che per lei sono psicologicamente rilevanti.
Stern utilizza il termine personalistica per fare riferimento alla scienza che studia l’essere umano nella sua totalità. Richiama l’attenzione sulle caratteristiche di unità, indivisibilità e intenzionalità che caratterizzano la persona.
La personalità deve essere concepita come totalità, mai interamente determinata né dalle disposizioni né dall’ambiente. Mentre i tratti rappresentano gli elementi stabili e di base dell’individualità, le disposizioni sono concepite come entità malleabili, dirette a scopi particolari, i cui esiti dipendono dalla propensione della persona a progettare il corso della propria vita.  Le intenzioni delle persone e i loro valori sono ritenuti decisivi nel plasmare l’ambiente e le loro esperienze.
Vygotskij pone le basi dell’approccio storico-culturale, mutuando da Marx l’idea che l’essenza degli esseri umani derivi dalle loro relazioni sociali. Egli sviluppa una teoria secondo la quale tutte le più alte funzioni psichiche sono il risultato dell’internalizzazione delle relazioni sociali. Le relazioni sociali vengono trasformate in strategie e regole internalizzate e funzionano come strutture sottostanti al funzionamento psicologico.
L’individuo trasforma gli strumenti e i simboli dell’ambiente sociale in capacità cognitive.
Lo sviluppo del linguaggio è la chiave dell’intero sviluppo delle funzioni psicologiche: svolge prima una funzione di comunicazione interpersonale e poi una funzione intrapsichica e di autoregolazione.
Gli individui sono caratterizzati dall’insieme di strategie mentali che derivano dalle loro relazioni sociali. Mentre le relazioni sociali, una volta internalizzate, sono ciò che orienta la personalità nelle sue relazioni con il mondo, l’agire nel mondo è ciò che trasforma le potenzialità in capacità reali.

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