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La rivoluzione elettronica degli anni '80


Il centro e il nucleo propulsore del processo di trasformazione avviato negli ultimi decenni del XX secolo sta certamente nell’elettronica. La più importante e rivoluzionaria invenzione fra le applicazioni dell’elettronica fu attuata nel secondo dopo guerre nel settore delle macchine da calcolo (computer). Con lo sviluppo dei circuiti integrati il computer è diventato un oggetto di uso comune e non più solo una macchina da calcolo. Ancora più recente (anni ’70) è la nascita della telematica: ossia l’applicazione delle tecniche dell’informatica alle telecomunicazioni.

La rivoluzione elettronica ha contribuito a dare una forte accelerazione al processo di transizione verso un tipo di società che è stato definito “post-industriale”. Il ruolo dominante delle attività industriali è venuto declinando a vantaggio del settore dei servizi. La fabbrica aveva perso quella centralità nel mondo della produzione. Già dagli anni ’50 la Toyota la cui organizzazione era rigidamente gerarchica e taylorista e fondata sulla catena di montaggio aveva ceduto il passo ad una struttura più flessibile, questo nuovo tipo di organizzazione del lavoro viene definito “post-fordismo” e implica il superamento della produzione standardizzata e del consumo standardizzato. Il termine post-industriale non indica un mondo senza industria ma suggerisce che l’industria non è più l’asse portante delle attività produttive. Ciò che connota questa società è invece l’informazione: produrre e vendere informazione definisce le nuove gerarchie di potere; l’uso di una lingua veicolare comune (l’inglese) hanno reso straordinariamente veloci le comunicazioni.

Tratto da PICCOLO BIGNAMI DI STORIA CONTEMPORANEA di Marco Cappuccini
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