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Le reazioni dell'Inghilterra all'ascesa di Hitler


Nel suo disegno di espansione Hitler sperò di poter evitare uno scontro con l’Inghilterra a patto che questa li lasciasse campo libero in europa centro orientale, questa speranza fu incoraggiata dalla linea del capo del governo inglese Chamberlain, sostenitore di quella che fu chiamata la politica dell’ “appeasement”, una politica basata sul presupposto di placare accontentandolo nelle sue rivendicazioni più ragionevoli. La più coerente opposizione alla politica di Chamberlain fu quella di una minoranza di conservatori con a capo Winston Churchill, che sosteneva che l’unico mosso per fermare Hitler fosse quello di opporsi con decisione ad ogni sua richiesta. In Francia invece la paura della Germania era molto più sentita che in Inghilterra per cui si adotto una politica timida sostanzialmente subalterna a quella inglese.
Il primo successo clamoroso di Hitler avvenne nel 1938 con l’annessione dell’Austria al Reich tedesco, obiettivo che aveva fallito nel ’34  a causa della resistenza italiana. Chiusa la questione austriaca Hitler si concentrò sulla questione dei Sudati, ossia gli oltre 3 milioni di tedeschi che vivevano in Cecoslovacchia. Il governo inglese si mostrò ancora una volta propenso ad accontentare Hitler in quella che avrebbe dovuto essere la sua ultima richiesta, a Monaco di Baviera il 29-30 settembre del ’39, Chamberlain ed il primo ministro francese Daladier accettarono un progetto presentato dall’Italia che accoglieva le richieste tedesche di annessione al Reich il territorio dei sudati. Chamberlain, Daladier e lo stesso Mussolini furono accolti al rientro in patria da grandi manifestazioni di entusiasmo popolare ed acclamati come salvatori della pace, che tuttavia si rivelerà precaria.

Tratto da PICCOLO BIGNAMI DI STORIA CONTEMPORANEA di Marco Cappuccini
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