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Un antecedente in Grecia: i maiali del porcaro Eubuleo

In diverse culture la porchetta ha sempre goduto di una forte carica simbolica che suscitava forme di venerazione, sacrificio e pasto comune, idee di assoluta repulsione ed evitamento.
In Etruria, in Grecia  e a Roma il sacrificio del maiale si verificava in momenti molto delicati della vita sociale e individuale ad esempio la stipulazione  di alleanze tra regnanti e i matrimoni.
La preparazione e il tipo di cottura che doveva subire la porchetta erano vicine a quelle degli animali sacrificati nel mondo antico.
CROCE = descrive  la preparazione e la cottura che doveva subire la porchetta della festa bolognese = la porchetta era sventrata, riempita di buonissima roba e arrostita tutta intera.
L’animale una volta cotto era posto sopra una particolare tavola chiamata “matra”.
Durante la festa il cuoco di Palazzo aveva un compito fondamentale in quanto doveva cucinare presentare al pubblico la porchetta che sarebbe stata gettata dalla Renghiera.  Il cuoco doveva trinciare per prima cosa il capo che veniva gettato separatamente e dopo il reso del corpo e in seguito egli tagliava tutto il rimanete.
Il cuoco in quest’occasione assumeva le 3 funzioni specifiche :
- Macellaio
- Cuoco
- sacrificatore : annunciato da squilli di tromba presentava al popolo la porchetta e ne trinciava le carni seguendo una procedura specifica.
Il cuoco del Palazzo era detto “scalco”, era una sorta di gran cerimoniere a cui era affidata la gestione della mensa delle autorità bolognesi.
Nell’antica Grecia ci sono tracce  di usanze simili alla caduta della porchetta bolognese, si trovano testimonianze in un rito legato al culto della dea Demetra = si celebrava ogni anno nel mese di ottobre una festa = le Tesmoforie  in cui veniva gettati alcuni maiali in voragini terrestri, grotte o burroni.
Questo rito è collegato al mito di Demetra in cui si narra della scomparsa della figlia Core rapita da Ade, re degli Inferi.  “la terra all’improvviso si squarciò , inghiottendo i maiali di Eubuleo, poi appare un carro trainato da cavalli neri e sparì nella voragine.”
La fanciulla Core discendeva con Ade nel mondo sotterraneo.
Da un punto di vista simbolico questo mito è considerato da molti come la rappresentazione dell’inizio della stagione fredda, infatti l’ira di Demetra impedì agli alberi di produrre frutti e alle erbe di crescere, tanto che la razza umana minacciava di perire. È l’immagine della morte della natura che ogni anno si verifica in inverno.
Nel racconto la stagione autunnale - invernale è associato al periodo di permanenza di Core nell’Ade.
Questo mito può essere interpretato come l’immagine simbolica dell’antica ripartizione dell’anno secondo il ciclo perenne della fertilità.  Questo rito quindi corrisponde al cambio di stagione.

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