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Il corpo acquatico: lo watsu di Harold Dull


Il watsu (water shiatsu) fu pensato da Dull dopo essersi dedicato per anni allo zen shiatsu (disciplina orientale basata sul principio di liberare l’energia vitale bloccata). Dull proverà a praticare gli stessi movimenti dello zen shiatsu nelle acque calde delle piscine termali, che hanno l’effetto di rilassare i muscoli e diminuire tensioni e resistenze. Il watsu diventa così una via verso l’ascolto e la comunicazione con gli spazi dentro e fuori di noi. Provando ad immergersi si scopre che ogni volta che si espira il corpo si immerge nell’acqua, mentre quando si inspira il corpo emerge. È una danza tra il corpo e l’acqua. Il watsu si pratica in coppia, perché c’è chi dà (colui che sostiene e trasmette l’impulso dei movimenti) e c’è chi riceve (chi ascolta l’acqua e scorre lungo i meridiani attraverso il movimento dell’altro). Si ha così, per entrambi, un processo di riunificazione. Il legame che si attiva è libero da ogni richiesta affettiva e da ogni forma di dipendenza. Centrale è l’ascolto dell’acqua e il rapporto con questo elemento: l’acqua è la mediatrice del dialogo corporeo. Il watsu agisce sulla colonna vertebrale, il sostegno dell’acqua consente a chiunque di poter sostenere l’altra persona, anche se più pesante e consente di sperimentare movimenti impossibili a terra. Il watsu è praticabile da chiunque a qualsiasi età.

Tratto da PEDAGOGIA DEL CORPO di Adriana Morganti
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