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I test per l'analisi della mutazione genica - test HPRT

Il test HPRT si basa sulla perdita della funzione enzimatica dovuta a sostituzione di base o a piccole delezioni. Il gene HPRT (hypoxanthine-guanine phosphoribosil-transferase) è localizzato sul cromosoma X sia nell'uomo che nei roditori. Esso codifica per un enzima coinvolto nella via di recupero delle purine, catalizzando la fosforibosilazione di ipoxantina e guanina libere nei corrispondenti nucleosidi monofosfati (IMP e GMP). Poiché questi due nucleosidi sono di norma sintetizzati, l'enzima HPRT non è essenziale per la vita della cellula. Gli analoghi delle purine, 6-tioguanina (6-TG) e 8-azaguanina (8-AG), sono tra i substrati di questo enzima, e sono tossici quando vengono convertiti nei corrispondenti monofosfati. Una mutazione che causa l'inattivazione dell'enzima HPRT ne impedisce l'incorporazione, le cellule diventano quindi resistenti sia a 6-TG che a 8-AG e sopravvivono se coltivate in presenza di queste sostanze. Questo sistema mutazionale permette di misurare anche la reversione, cioè la frequenza con cui cellule che hanno riacquistato l'attività HPRTasica emergono da una popolazione di cellule HPRT-deficienti. È infatti possibile utilizzare un terreno di coltura “controselettivo” contenente amminopterina (che blocca la sintesi de novo delle purine), ipoxantina e timidina: in questo mezzo di coltura le cellule mutate, e quindi con l'enzima inattivo, non possono crescere, mentre le cellule che hanno riacquistato la funzione enzimatica potranno sintetizzare i nucleotidi dalle basi presenti nel mezzo di coltura.

Tratto da CITOGENETICA E MUTAGENESI AMBIENTALE di Domenico Azarnia Tehran
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