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Virus con envelope

I virus nudi vengono liberati dalla cellula infetta al termine del cito replicativo, quando la cellula muore o si rompe e rilascia i virus che sono stati prodotti all'interno della cellula. Questa strategia di rilascio dei virus neoprodotti ha alcuni svantaggi. Poiché essa porta alla morte prematura della cellula, riduce o impedisce la capacità per il virus di instaurare un infezione latente o persistente. Per ovviare a questo inconveniente molti virus hanno evoluto strategie di fuoriuscita dalla cellula infetta che non richiedono la morte della cellula stessa. La difficoltà intrinseca di questa strategia sta nel fatto che tutte le cellule viventi sono delimitate da una membrana composta da un doppio strato lipidico. La vitalità della cellula presuppone l'integrità della membrana plasmatica. Pertanto, i virus che fuoriescono dalla cellula devono garantire l'integrità della membrana plasmatica. Questo obiettivo viene raggiunto con l'estrusione (gemmazione) della particella attraverso la membrana. Durante questo processo la particella virale viene ricoperta da una porzione della membrana cellulare stessa, che va a formare l'envelope virale. Il capside che viene inglobato all'interno dell'envelope può avere simmetria elicoidale o icosaedrica, e può essere assemblato prima che il virus lasci la cellula, o al momento della fuoriuscita. Il sito di assemblaggio, dunque, varia per virus diversi. Molti virus vengono assemblati e operano il processo di gemmazione alla membrana plasmatica; altri virus gemmano attraverso le membrane dell'apparato del Golgi. Altri virus ancora, come gli herpesvirus che si replicano nel nucleo, utilizzano la membrana nucleare. In questi ultimi due casi, il virus viene a sua volta racchiuso in un vacuolo, o vescicola, con cui viene trasportato alla superficie cellulare, e successivamente rilasciato. Comunque se queste particelle virali fossero ricoperte da un semplice doppio strato fosfolipidico, non ci sarebbe il riconoscimento dei recettori presenti sulla cellula ospite. A questo fine i virus modificano il loro envelope sintetizzando varie classi di proteine che sono associate all'envelope virale. In generale sono tre:
1.Proteine della matrice che sono localizzate internamente al virione e hanno lo scopo di legare il nucleocapside all'envelope. Queste proteine normalmente non sono glicosilate e sono molto abbondanti;
2.Glicoproteine che sono proteine transmembrana ancorate alla membrana attraverso un dominio idrofobico e possono essere suddivise in base alla loro funzione in:
Glicoproteine esterne la cui porzione principale è localizzata esternamente alla membrana mentre internamente si trova una piccola coda. Esse si associano a formare delle piccole spicole che risultano essere i principali antigeni dei virus con envelope e servono per i contatti con l'ambiente esterno;
Proteine canale che, come dice la stessa parola, formano un canale proteico che attraversa l'envelope e varia la permeabilità della membrana.
Molti virus di vertebrati possiedono un envelope, mentre pochi virus di piante lo posseggono probabilmente a causa della rigida parete cellulare difficile da rompere per poi essere ricostruita. Dei virus animali i più importanti fanno parte della famiglia Rhabdoviridae, la cui struttura è elicoidale.

Tratto da ELEMENTI DI VIROLOGIA MOLECOLARE di Domenico Azarnia Tehran
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