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Motivi del contrasto tra USA e Venezuela


Gli stessi militari contrari a Chavez non accettavano il programma estremamente conservatore di Carmona e decisero di tornare sui propri passi.
Migliaia di persone circondarono il palazzo presidenziale chiedendo a gran voce il ritorno di Chavez. Questi fu liberato e potè tornare a Miraflores e i congiurati furono arrestati.
Non appena i media diffusero la notizia che a Cracas c’era stato un golpe, Spagna e Usa risposero con un comunicato congiunto in cui auspicavano il ritorno alla normalità democratica nel più breve tempo possibile. Subito dopo gli Stati Uniti e El Salvador riconobbero il nuovo governo. Il portavoce della casa bianca ammise che il governo statunitense aveva contatti diretti non solo con esponenti del governo ma anche con il leader dell’opposizione, in particolare Carmona. Gli Usa avevano manifestato l’appoggio alla sua persona e alle sue iniziative.
Chavez sostenne che dopo il golpe, nell’isola in cui era stato condotto dopo il suo arresto aveva visto aerei militari con insegne Usa.
Ma i motivi di contrasto tra Usa e Venezuela sono più profondi. All’epoca erano di 3 tipi:
1. le relazioni mai provate ufficialmente intrattenute dal governo di Caracas con le Farc e l’Eln. Queste condividevano con Chavez gli stessi ideali Bolivariani di integrazione latinoamericana. Chavez si è sempre espresso a favore e i negoziati di pace tra governo e Farc utili a concretizzare l’ipotesi della partecipazione di quest’ultima ad un esecutivo di unità nazionale. il sogno di Chavez e delle Farc era ricreare l’ideale di Bolìvar della Grande Colombia, la nazione formata da Venezuela, Colombia e Ecuador, da cui iniziare a far partire il processo di integrazione dell’intero continente.
(dal 64 gli Usa sostenevano la lotta contro la guerriglia comunista con mezzi e risorse finanziarie secondo la logica della guerra fredda. Poi la lotta venne prima inserita nell’ambito della lotta al narcotraffico, poi con l’attacco alle trorri gemelle e l’avvento di Uribe venne inserita nella lotta al terrorismo)
2. il divieto espresso dal governo venezuelano del sorvolo dello spazio aereo venezuelano per gli aerei statunitensi utilizzati nella lotta al narcotraffico.
3. poi c’era stata la nuova politica petrolifera di Chavez. Il suo obiettivo era riprenderne il controllo e fare uno strumento di una nuova strategia di utilizzo: rialzo del prezzo del greggio per contrastare il predominio statunitense, incremento delle entrate dello stato e utilizzo di tali surplus per favorire lo sviluppo economico del paese. Una strategia che entrò in collisione con gli interessi americani della sicurezza degli approvvigionamenti energetici dato che il Venezuela fornisce più del 13% delle importazioni petrolifere negli Usa.
4. la condizione del Venezuela quale anti-Argentina. L’Argentina aveva accettato la medicina economica della Banca Mondiale con entusiasmo che nel 2001 le era stato fatale: libero commercio, leggi sul lavoro flessibile, privatizzazioni e riduzione dell’intervento dello stato. Chavez respiunge tutto ciò a cominciare dalla ricetta del libero commercio secondo i termini del Wto, del Nafta e del Ftaa.
Il maggior errore di Washington fu non manifestare subito la propria contrarietà al colpo di stato attraverso una pubblica presa di posizione contro l’intenzione dei congiurati di sciogliere il parlamento. Fu solo quando altre nazioni latinoamericane espressero la loro disapprovazione che l’amministrazione Bush modificò il suo atteggiamento e sostenne che la defenestrazione violenta di un governo democraticamente eletto era un evento contrario agli interessi statunitensi. Il comportamento statunitense accrebbe il sospetto e la sfiducia delle nazioni sudamericane verso gli Usa.
I governi della regione tra cui Argentina e Brasile, temendo che quanto accaduto in Venezuela potesse apparire un pericoloso precedente chiesero la convocazione dell’Oas. L’incontro dell’Oas avrebbe potuto essere utile per evitare che in altre nazioni della regione si verificassero eventi simili a quelli accaduti in Venezuela.

Tratto da AMERICA LATINA E STATI UNITI di Filippo Amelotti
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