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Dalla percezione del mondo alla comprensione di sé


La conoscenza del mondo è stata affrontata da tre grandi prospettive teoriche del Novecento:

1. Le Gestalt percettive: la Gestalttheorie o Teoria della forma viene elaborata all'inizio del Novecento da Wertheimer, Köhler, Koffka.
Gestalt significa struttura organizzata o forma. Nasce in risposta alla psicologia di Wundt e rifiuta l'atteggiamento elementarista.
È stato Von Ehrenfels ad individuare le qualità gestaltiche: Il tutto è più della somma delle singole parti.
Ci sono tre concetti cardine che vengono sviluppati dalla Gestalt:
• La differenza tra realtà fisica (= prodotto mediato dell'attività razionale dei ricercatori) e la realtà fenomenica (= si costruisce tramite processi di auto-organizzazione insiti negli apparati sensoriali e si impone con immediatezza ai soggetti partecipanti). Inoltre la realtà fenomenica secondo Metzger può essere incontrata (= ovvero ciò che percepisco qui e ora fuori e dentro di me, come ad esempio ciò che vedo/sento/tocco/la stanchezza…) oppure rappresentata (= ovvero ciò che è presente mentalmente nel qui e ora, che non è percezione ma che conosco cognitivamente come ad esempio ricordi, credenze, fantasie, immaginazioni…). Secondo il realista ingenuo le cose appaiono così perché sono così, mentre secondo il realista critico (approccio usato dalla Gestalt) la percezione è una costruzione attiva alla quale contribuiscono l'ambiente fisico, cioè gli stimoli, e il sistema percettivo. Dal realismo ingenuo al realismo critico ci sono alcune prove come l'assenza fenomenica in presenza di oggetti fisici (come ad esempio lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche non è visibile interamente perché le nostre capacità percettive coprono una minima parte ma sappiamo che ci sono) oppure la presenza fenomenica in assenza di un corrispettivo fisico (come ad esempio il triangolo Kanizsa in cui si percepisce una serie di triangoli sovrapposti piuttosto che una serie di segmenti e porzioni di cerchio).
• Le leggi di segmentazione del campo visivo le ha individuate Wertheimer e sono dei fattori del campo visivo: fattore vicinanza (= la forma di raggruppamento che risulta naturale è quella dove la distanza tra gli elementi è minore), fattore somiglianza (= a parità di condizioni tende a costruirsi la forma in cui la connessione avviene per somiglianza degli elementi), fattore chiusura, fattore continuità di direzione (=a parità di altre condizioni si impone quella unità percettiva il cui margine offre il minor numero di cambiamenti o interruzioni), fattore buona forma, fattore empirico (= l'esperienza passata). Oltre a questi fattori si aggiunge l'organizzazione figura-sfondo (= un principio evidente nel caso delle figure instabili dove si è portati a percepire i più diversi oggetti come elementi in rilievo rispetto a sfondi più o meno uniformi).
• I principi teorici sono:
- il ruolo delle parti nel tutto: quando vengono inseriti in un tutto, le parti subiscono cambiamenti, perdono alcune proprietà ma ne assumono altre.
- dipendenza delle parti dal tutto: il tutto può cambiare in funzione del cambiamento di una parte (il cambiamento di una parte determina il cambiamento del tutto).
- la struttura: ossia il sistema di relazione tra le parti e i diversi ruoli delle parti nel tutto.
- principio di trasportabilità: anche e le figure sono diverse per grandezza e colore la forma è invariata.
Secondo la Gestalt la percezione del mondo è guidata da uno specifico sistema percettivo.

2. Approccio ecologico: nasce negli anni Settanta da Gibson. Secondo questa prospettiva gli stimoli ambientali sono fonti di informazioni e l'individuo riconosce e raccoglie le informazioni già presenti nell'ambiente, inoltre l'elaborazione sarebbe guidata dai dati raccolti nell'ambiente (= data-driven). Le affordances sono informazioni disponibili nell'oggetto percepito e sono le possibilità offerte dal contesto in cui viviamo. Le qualità che percepiamo servono per adattare l'organismo all'ambiente, questo si attua in due modi:
- un adattamento funzionale alla sopravvivenza della specie, i sistemi percettivi si sarebbero sviluppati per cogliere direttamente la complessità delle informazioni presenti nell'ambiente in cui ci troviamo per cui i sistemi sensoriali non si limitano a trasmettere le informazioni elementari che poi vengono sottopose ad elaborazioni inconsce ma sono in grado di cogliere proprietà di ordine superiore.
- una adattamento funzionale per il raggiungimento degli obbiettivi individuali, qui le affordances vengono percepite anche in funzione del bagaglio di esperienze individuali e degli obbiettivi individuali. Fin dai primi mesi cogliamo informazioni ambientali essenziali alla sopravvivenza e con l'apprendimento impariamo a riconoscere più sottilmente le informazioni e, al mutuare degli obbiettivi individuali, cogliamo informazioni per noi rilevanti, tralasciandone altre.
Ci sono due esempi di capacità di cogliere informazioni complesse: il gradiente tissurale (= si ha quando si osserva una superficie, la grandezza degli elementi e la loro distanza diminuisce man mano che la superficie si allontana dall'osservatore) e il paradigma del precipizio visivo (o visual cliff = in questo esperimento un bambino è posto su un tavolo il cui piano è disegnato a scacchi, a metà del tavolo il piano si interrompe ed è sostituito da una lastra di vetro trasparente, sotto la lastra si vede il pavimento a una certa distanza con lo stesso disegno a scacchi e dà la percezione visiva del precipizio. Si osserva che i bambini di pochi mesi camminano fino a metà del tavolo ma si fermano in corrispondenza del precipizio dimostrando che percepiscono la profondità visiva. Se sollecitati i bambini integreranno la percezione visiva con quella tattile e a riconoscere così la lastra di vetro per proseguire fino all'altra estremità del tavolo). Secondo alcuni studi recenti le percezioni ambientali sono frutto dello sviluppo e dell'apprendimento.
Secondo l'approccio ecologico la percezione del mondo è guidata da informazioni presenti nell'ambiente ma il soggetto non rielabora e non integra le informazioni.

3. New Look: si sviluppa dagli anni Cinquanta a Harvard. È una teoria che riconosce un ruolo attivo all'individuo (fenomenologia attiva) e la rappresentazione degli stimoli sensoriali è controllata da processi di ordine superiore secondo Bruner. Le intenzioni, i valori e la cultura guidano l'esplorazione del mondo e determinano la forma delle percezioni. Non sono solo i fattori percettivi a organizzare il mondo ma anche i fattori personali. Per Burner (capofila del movimento) la percezione è pienamente psicologica, è un processo che ha la funzione di rappresentare il mondo e di difendersi da alcuni aspetti di sé non piacevoli, non vedendo certe cose. Per capire la prospettiva proposta dal New Look è sufficiente studiare l'esperimento delle monete: gli autori chiedono a bambini agiati e non di stimare la dimensione di monete di diverso valore (eguagliandone il diametro con un fascio di luce proiettata). La dimensione delle monete (di 5,10,50 centesimi) di maggiore valore era sistematicamente sovrastimata quindi si dava maggior valore a maggiore dimensione e questo effetto era maggiore per i bambini più poveri.
Secondo la prospettiva New Look la percezione del mondo è guidata dai dati percettivi e dai fattori personali insieme.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Emma Lampa
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