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Globalizzazione economica e sociale


Globalizzazione viene usato dai movimenti sociali radicali come parola riassuntiva di tutto quello che oppongono: le imprese multinazionali, le privatizzazioni, lo sfruttamento dell’ambiente naturale, la distruzione delle culture locali e l’imperialismo americano.

Uno dei primi studiosi a usare il termine globalizzazione è Modelski che lo definiva come il processo attraverso il quale diverse società del mondo vengono incorporate in un sistema globale.
Il sociologo Giddens lo definisce come l’intensificazione di relazioni sociali mondiali che collegano tra loro località distanti facendo sì che gli eventi locali vengano modellati dagli eventi che si verificano a migliaia di chilometri di distanza e viceversa.
La definizione oggi più influente è quella di McGrew: il termine globalizzazione denota la scala più estesa, la crescente ampiezza, l’impatto sempre più veloce e profondo delle relazioni interregionali e dei modelli di interazioni sociali. Si riferisce ad una vera e propria trasformazione della scala dell’organizzazione della società umana che pone in relazione comunità tra loro distanti ed allarga la portata delle relazioni di potere abbracciando le regioni e i continenti del mondo.
La globalizzazione viene intesa come l’intensificazione e l’espansione delle interazioni sociali e dei flussi transcontinentali di beni, capitali, persone, forze militari, informazioni, modelli culturali, sostanze inquinanti e altri fenomeni sociali e materiali. La globalizzazione implica un declino dei confini statali come barriere formali o informali ai flussi o alle interazioni economiche, culturali e così via.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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