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I Sumeri

I Sumeri (3000 circa - 2370 circa)

I primordi della storia della Babilonia sono avvolti ancora in profondo mistero, tanto che non siamo ancor’oggi in grado di stabilire chi fossero i primi abitanti della regione; probabilmente erano orde di semiti ad un livello molto basso di civiltà. Tutto a un tratto comparve sulla scena un popolo nuovo, di cultura e lingua non semitiche, il quale non può essere autoctono, ma portò la sua civiltà, già alquanto alta, da qualche altra regione non distante dalla Mesopotamia: era il popolo sumero. Non si può dire esattamente donde provenisse, se dall’altopiano iraniano o dalle estreme regioni occidentali dell’India, e neppure se sia entrato subito nella Babilonia o se sia sceso in questa regione dopo un iniziale stanziamento in quella dell’Assiria. Ciò che è certo è che l’arrivo dei sumeri segnò un salto di qualità socio-economico per la regione babilonese, basti pensare che è proprio il sumerico la prima lingua scritta di cui si abbia documentazione archeologica. Esso fu infatti dal 3000 a.C. al primo secolo a.C. la lingua letteraria della regione babilonese, e si ritiene che fu da essa che nacque anche la scrittura egiziana. Si comprende così l’eno-rme debito che la successiva storia occidentale ha nei confronti dei sumeri. 
È grazie alla testimonianze scritte che i sumeri hanno lasciato inoltre, che si è scoperta l’esistenza della loro civiltà: precedentemente infatti si riteneva che la prima entità statale sorta in Mesopotamia fosse quella assira. Fu solo all’inizio del XX secolo tramite il ritrovamento di un gran numero di reperti scritti in lingua sumerica, che gli archeologi riportarono in vita la conoscenza perduta di questa antichissima civiltà. 
Quanto ai primi sovrani sumerici non sappiamo praticamente nulla. I reperti forniscono numerose informazioni ma non sembrano attendibili: ad esempio quando raccontano di re Badtibira, che avrebbe regnato per 72'000 anni. Fra questi miti e leggende particolarmente interessante è quello di Gilgamesh, il cui regno sarebbe durato per 120 anni, ma solo dal 2700 al 2650 circa secondo le fonti bibliche. Egli intenzionato scoprire il segreto dell’immortalità, si rivolse al saggio Utnapishtim, che gli rivelò la storia del diluvio universale, secondo la quale gli dei, irritati per l’empietà dell’umanità, avrebbero deciso di affogarla. Tuttavia, commossa per al morte delle sue creature, la dea madre sarebbe apparsa in sogno ad un uomo ordinandogli di costruire una grande arca raccogliendovi il seme di ogni creatura vivente. Il resto della storia è pressoché identico a quello del racconto biblico, che, secondo l’archeologo inglese che nel 1872 tradusse il reperto sumerico, sarebbe solo una elaborazione successiva del mito mesopotamico. 
Cercando tuttavia di ricostruire la loro storia, il primo re sumero di cui si hanno notizie vagamente attendibili è Etana, re di Kish (2800 ca. a.C.), descritto in un documento di alcuni secoli dopo come "l'uomo che diede stabilità al paese". Dopo la fine del suo regno, un re di nome Meskiaggasher fondò una dinastia rivale a Uruk (la biblica Erech). Nei due secoli successivi la città di Uruk divenne un importante centro militare e le imprese di conquista dei suoi re divennero il soggetto di vasti cicli epici, che costituiscono la più importante fonte dell'esistenza della civiltà sumera. Ad essi appartiene anche Gilgamesh. Più credibili sono i reperti che narrano della prima dinastia di Ur, una delle tante città-stato che componevano il regno sumerico e che si alternavano al potere attraverso una serie continua di conflitti. Dopo 177 anni di predominio di Ur la capitale sumera sarebbe tornata ad essere Kish, ma con questa seconda dinastia Kish si ritorna nella leggenda perché secondo le fonti i suoi otto re avrebbero regnato complessivamente per 3195 anni. Seguirono varie dinastie appartenenti ad altrettante città, delle quali non avrebbe senso parlare in questa sede. L’apice della civiltà sumera sembra essere stato raggiunto sotto il regno di Urukagina, che promosse una serie di riforme volte a risanare la vita morale ed amministrativa del regno e scavò impostanti opere di canalizzazione delle acque. Urukagina fu deposto militarmente da Lugalzaggisi (circa 2662-2638) re della vicina città di Umma. La nuova capitale imperiale fu fissata a Uruk e con il suo regno i sumeri raggiunsero la massima estensione territoriale; il loro impero comprendeva Assiria e Babilonia, estendendosi ai monti Zagros sino alla catena del Tauro e dal golfo Persico sino al mar Mediterraneo. Ma a questo punto entrò in gioco un nuovo popolo di origine semitica proveniente da regioni confinati; questa popolazione avrebbe in poco tempo avrebbe strappato ai sumeri il controllo dell’intera regione babilonese, limitandoli via via sempre più a sud, fino ad inglobarli definitivamente assimilandone però la civiltà. Si trattò ad ogni modo di un processo graduale e i sumeri continuarono a predominare nel sud del paese, dove ebbero ancora numerosi regni semindipendenti, e ancora più tardi, fecero registrare una vera rinascita, sia pure tale da rammentare quella di un fuoco fatuo.

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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