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Il medio regno egiziano

Il medio regno egiziano (2052 - 1786)


Il regno di Amenemhet coincise con un periodo di pace. Egli pretese il giuramento di fedeltà personale da tutti i governatori, il comportamento dei quali fu da allora in poi sottoposto a un severo controllo, e ristrutturò la burocrazia regia, dando vita a una nuova classe composta da scribi e amministratori. Consapevole di essere un usurpatore Amenemhet spese grandi energie per abilitarsi agli occhi del popolo come il messia annunciato da un antica profezia per ristabilire l’ordine nel paese (compito in realtà svolto dai sovrani della XI dinastia); ne seguì una certa rivisitazione della stessa figura del faraone, testimoniata dai testi letterari, che promossero l'immagine del faraone come guida del popolo, dotato di umanità, di generosità, invece che come dio inaccessibile. Inoltre il faraone non fu più considerato come l'unica persona cui era concessa la facoltà di sopravvivere dopo la morte, e così il rito della mummificazione fu progressivamente esteso anche alle fasce socialmente meno elevate. Durante gli ultimi dieci anni del suo regno, Amenemhet, per evitare lotte per la successione o usurpazioni, associò al trono il figlio, Sesostri, dando così inizio a una consuetudine che sarà poi quasi sempre rispettata. La Storia di Sinuhe, capolavoro letterario che tratta di quell'epoca, lascia intendere che il re fu però ugualmente assassinato.
I successori proseguirono i programmi di Amenemhet: il figlio Sesostri I (1962-1928) continuò la politica di espansione in Nubia, raggiungendo la seconda cataratta del Nilo e stabilendo legami commerciali con i regni circostanti; inviò governatori in Palestina e in Siria e combatté contro i popoli libici. Sesostri II (1895-1878) iniziò la bonifica della regione di Al-Fayyum (una vasta oasi ad ovest di Menfi, vedi mappa ) e diede stabilità alla conquista della Nubia. Sesostri III (1878-1843) fece scavare un canale in prossimità della prima cataratta del Nilo, istituì un esercito permanente e costruì nuove fortificazioni lungo il confine meridionale; inoltre, suddivise il regno in tre unità geografiche, ognuna controllata da un ufficiale sottoposto direttamente alla supervisione del suo primo ministro (visir), non riconoscendo più alcuna autorità alla nobiltà provinciale. Amenemhet III, infine, continuò la politica attuata dai predecessori ed estese le aree coltivabili, portando a termine la bonifica dell’oasi del Fayyum e avviando una vasta riforma agraria; intensificò anche i commerci con le regioni del Vicino Oriente.
Sotto i sovrani di Tebe l'Egitto conobbe una notevole rinascita economica e culturale: l'architettura e l'arte del periodo rivelano una straordinaria deli-catezza di tratti, e in questa fase si sviluppò quella che viene considerata l'età d'oro della letteratura egizia. Tra le opere architettoniche più importanti del Medio Regno si ricordano le piramidi di Sesostri II e di Amenemhet III; nella statuaria si affermò una nuova tendenza: le statue dei faraoni non erano più solenni e impassibili, ma riflettevano nei tratti del volto una concezione più umana e meno divina del sovrano, impegnato a occuparsi del benessere del suo popolo.

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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