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L’espansione e l’impero Assiro

Dalla riassunzione dell’indipendenza al periodo delle invasioni dei popoli del mare (XII secolo), i sovrani assiri dovettero combattere duramente per conservare la loro indipendenza, ma ci riuscirono grazie alla vocazione di guerriera del loro popolo e alla progressiva costituzione di un esercito tanto efficiente quanto spietato e che presto sarà temuto con terrore in tutto il medioriente. 

La svolta che avrebbe permesso agli assiri di trasformarsi da piccolo regno a grande impero fu però -come accennato nell’introduzione- l’arrivo in medioriente delle orde dei popoli del mare. Furono queste popolazioni barbare a travolgere l’Impero hittita (principale e più pericolosa minaccia gli assiri), ed a ricacciare gli egiziani nella valle del Nilo (l’unica grande potenza che avrebbe potuto contendere loro l’egemonia sulla regione siro-palestinese). L’Assiria fu anch’essa invasa dai popoli del mare ma non subì da una dominazione duratura, ne devastazioni tali da lederne la capacità di ripresa. Quasi subito fu nuovamente indipendente sotto il suo re legittimo, e si trovò ad essere l’unica entità della regione pronta per la guerra, mentre attorno a lei giacevano indifese le province dei grandi imperi del passato ormai incapaci di difenderle. L’unica cosa che i re assiri dovettero fare era stabilire il loro dominio si questa eredità. 

Autore di queste gloriose campagne militari fu re Tiglatpileser I (1115-1077), che rese sicure le frontiere dello stato e raccolse tributi da tutti i popoli confinati. Già sotto i suoi successori questa prima grande espansione andò in gran parte perduta, ma una saggia politica estera che mantenne la pace con la Babilonia-cassita (che per quanto in decadenza rimaneva ancora temibile), e una costante azione militare volta a mantenere i confini, permisero verso il 900 a.C. di riprendere l’espansione militare. Con l’ascesa al trono di Assurnasirpal II (884-859), considerato uno dei più grandi sovrani assiri, ebbe inizio una serie di vittoriose campagne militari che avrebbero devastato le terre ad est dell’Assiria, abitate da popolazioni barbariche e che avrebbero imposto forti tributi in Siria e alle città fenicie lungo le coste libanesi a seguito di una veloce sortita del loro temutissimo esercito. 
Il suo successore, Salmanassar III (858-824), continuò la politica di espansione verso occidente ai danni della regione siriana e libanese, con l’evidente scopo di annettere tutto il territorio dell’alto Eufrate e demolire ogni resistenza degli arami in Siria. Questa politica -che portò a 32 campagne militari nei 35 anni del suo regno- valse al sovrano assiro grandi onori, ma fallì l’ultima tappa, quando Israele alleato agli Aramei di Damasco riuscì a bloccare l’espansione assira nella storica battaglia di Qaqar sull’Oronte nel 853. L’annessione dell’area siro-palestinese dovette essere rimandata (nonostante nei documenti ufficiali assiri la battaglia sia descritta come vittoriosa). Dopo la sconfitta di Qaqar, negli ultimi anni del suo regno, Salmanassar III dovette affrontare una rivolta a corte guidata dai un suo figlio, al quale si unirono diverse città assire. La rivolta degenerò in una guerra civile che impegnò duramente il successore di Salmanassar, Shamshiadad V (823-811), il quale dovette anche richiedere l’aiuto del re di Babilonia per sedarla definitivamente. Si apre con la fine della rivolta un periodo di leggera decadenza per gli assiri, continuato per tutto il IX secolo e caratterizzato da continue guerre per mantenere sottomessi i vari popoli confinati. La decadenza non fu tuttavia tale da minacciare seriamente il primato assiro, che anzi strappo ai cassiti diverse città nella Babilonia settentrionale.

Ma fu con l’ascesa al trono di Tiglatpileser III (745-729), che l’Assiria si trasformò davvero nel grande impero per il quale sarebbe stata ricordata. Questo sovrano riaffermò l’autorità regia e ridusse il potere dei nobili, istituì un esercito permanente formato in gran parte da contingenti mercenari e indisse nuove campagne militari con lo scopo di trasformare, una volta per tutte, la grande sfera di influenza assira in un dominio solido e diretto. Fu quindi intrapresa una grande spedizione militare che sconfisse il principale nemico a settentrione; a questo successo seguì un intervento in Babilonia, per riaffermare la sovranità di re Nabonassar, sottomesso alleato degli assiri; e infine una vasta campagna nei territori occidentali, per risolvere definitivamente i problemi con i vari regni arami in Siria e per esigere forti tributi dalle città fenice in Libano (che piuttosto che confrontarsi con gli assiri preferirono di gran lunga pagare). Il glorioso regno di Tiglatpileser III si concluse con un nuovo intervento in Babilonia (che si era di nuovo ribellata contro Nabonassar); questa volta il sovrano assiro non volle mediazioni ed assunse personalmente la corona di Babilonia, ormai ridotta a mero stato satellite dell’Assiria. Il successore al trono, Salmanassar V (726-722), continuò la politica di dominio diretto in occidente e procedette all’annessione del Regno di Israele e alla deportazione in Assiria di una buona parte della sua popolazione. È l’intervento che la Bibbia interpreta come punizione divina per l’empietà a cui si era abbandonata la corte di Israele. 

A Salmanassar, forse con un colpo di stato attuato dall’aristocrazia che voleva ristabilire il suo potere, successe Sargon II, che è pure ricordato come uno dei più grandi sovrani assiri. La sua politica non fu di conquista, anche se ridusse ad un satellite il Regno di Giuda (la parte meridionale dello stato degli ebrei in Palestina; si vedrà meglio nel capitolo dedicato agli ebrei), ed estese i confini dell’Impero a spese dei popoli nomadi dei territori orientali. Il suo principale obiettivo era infatti consolidare e centralizzare il potere degli assiri in tutti i territori conquistati da Tiglatpileser III e da Salmanassar V, e specialmente stabilizzarlo per sempre nella Babilonia, che era una delle regioni più ricche ed importanti. Per far questo Sargon II suddivise l’immenso Impero in 70 province, ciascuna retta da un governatore che rispondeva solo a lui, e creò un efficientissimo apparato burocratico. È famoso anche per la vasta biblioteca che creò nella capitale assira. 

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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