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L'autonomia dell'Irlanda

L'autonomia dell'Irlanda



L’Italia, invece, ottiene Trieste e Trento, l’Istria ma non la Dalmazia.
Un altro evento determinato collegato alla Grande Guerra fu la questione irlandese. Nel 1914 il Parlamento del Regno Unito approva una legge che riconosce la Home Rule (l’autonomia) dell’Irlanda, tranne l’Ulster, una regione nordoccidentale, che vuole restare nel Regno Unito. A causa dello scoppio della guerra, l’applicazione della legge viene rimandata. Molti irlandesi però si arruolano volontari. Ci sono comunque gruppi di irlandesi nazionalisti che vedono nella guerra la possibilità di conquistare la piena indipendenza. Così il lunedì di Pasqua del 1916 scoppia una rivolta a Dublino e viene proclamata la Repubblica. L’esercito britannico riesce però a sopprimere la rivolta e molto irlandesi vengono giustiziati. La popolazione irlandese non si arrende e si ravvivano sentimenti di nazionalismo. Anche la Chiesa cattolica irlandese da il suo sostegno alla lotta. Da qui si ha l’organizzazione dell’Irish Republican Army (IRA) contro le forze britanniche. Nel 1921 si arriva alla firma del trattato anglo-irlandese che fonda lo Stato libero d’Irlanda, ovvero uno Stato autonomo che fa parte dell’Impero britannico, che riconosce come monarca il sovrano inglese e che deve mantenere rapporti privilegiati con l’Impero sia dal punto di vista commerciale che di politica estera. Queste clausole provocano una spaccatura in Irlanda tra chi è favorevole al trattato e chi pensa che sia un tradimento agli ideali repubblicani. Così nel 1922 comincia una guerra civile, che si conclude nel 1923 con la morte di molti repubblicani oltranzisti, tra cui il politico Micheal Collins.


Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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