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LA TESI DI O'NEIL


Dovremmo in primo luogo divenire consapevoli che ogni genere di scrittura che tende a trasmettere la verità ha bisogno di forti convenzioni che mettono in condizione il lettore di comprendere e valutare ciò che stanno leggendo, questo propone O'Neil e, ancora, sostiene via sia la necessità di passare da una moralità basata sull'autonomia (dei diritti) a una moralità basata su un'autonomia di principio (degli obblighi). Il punto decisivo da tenere presente è che la comunicazione è sempre diretta a un uditorio e perciò sempre soggetta a richieste etiche piuttosto che una faccenda di mera e pura scelta ed espressione. Proprio perciò chi opera nei media deve farsi guidare da un'autonomia di principio, essi dovranno difendere i messaggi che creano dal male dell'inintelligibilità e dovranno evitare tutte quelli pratiche che possono contribuire a ingannare l'uditorio.

Secondo O'Neil quindi la ricerca filosofica può mettere a disposizione degli operatori nei media una adeguata consapevolezza etica, spetta alla ricerca filosofica indicare quali sono le soluzioni adeguate che la ragion pratica che domina la condotta morale suggerisce nelle diverse aree problematiche che incontriamo nella nostra vita.

Ma la proposta di O'Neil non supera e non risolve ancora una volta il problema, il problema della separatezza tra ricerca filosofica e trattazione bioetica dei media.

Tratto da BIOETICA E MASS MEDIA di Marianna Tesoriero
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