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L'attegiamento filmico nei confronti dello spettatore





Questo tipo d’atteggiamento ha dei precedenti nelle teoriche filmiche, dove la maggior parte dei discorsi che tra gli anni ’10 e ’50 cercano di definire l’essenza del cinema o che comunque cercano di esplorare il fenomeno, si riferiscono allo spettatore in maniera non problematica, dandone per scontati la presenza e il profilo; è il caso ad esempio di:
- molte inchieste sul cinema in quanto arte di massa, che puntano a mettere in luce l’efficacia del mezzo più che a riflettere sulle trasformazioni che investono la fruizione;
- molti interventi di ordine etico e politico, che portano a classificare i diversi film più che a interrogarsi su cosa significhi assistere ad uno spettacolo;
- molte battaglie a favore ora della natura realistica dell’immagine, ora al contrario della sua dimensione onirica, che servono a valorizzare questa o quella forma d’espressione più che a impostare un’analisi delle varie posizioni in cui viene messo chi guarda.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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