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LE RELAZIONI SOCIALI E LA COMUNICAZIONE


Secondo la teoria dell’interdipendenza di Kelley [1959] e l’approccio cognitivo alle relazioni di Fletcher e Fincham [1991] l’elemento qualificante di una relazione sociale sta nell’influenza che ciascun partner esercita sull’altro, ovvero nell’interdipendenza. Per Kelley una relazione è significativa quando si basa su una forte interdipendenza tra i partner e nella prospettiva cognitiva, uno schema di relazione è composto da tre componenti: la rappresentazione del Sé in relazione, le credenze che riguardano il partner e dallo script interpersonale, cioè dalla sequenza attesa delle interazioni.
 Le condizioni che portano alla interazione fra le persone sono individuate innanzitutto nelle caratteristiche fisiche e sociali dell’ambiente in cui si trovano gli individui, altri fattori che favoriscono la formazione delle relazioni sono la prossimità fra le persone, il quale agisce anche attraverso l’aumento della familiarità dei potenziali partner; la percezione di somiglianza fra i partner e la bellezza fisica dei partner.
Dal momento dell’incontro fra due persone all’avvio di una relazione significativa intercorre una fase in cui assume grande importanza lo scambio delle informazioni su di sé (lo scambio di informazioni è riconducibile anche ad una tendenza individuale e l’iniziativa di uno dei due partner tende a indurre reciprocità nell’altro).
Ma quali sono i fattori che rendono una relazione soddisfacente e stabile?
Per rispondere a questa domanda si potrebbe far riferimento al modello economico del comportamento umano, dove un  individuo rimane in una relazione con un partner finché questo gli assicura il massimo dei benefici al minimo costo.
Anche secondo Homans [1961],che formulò la teoria dello scambio(concepita su un attore sociale centrato su di sé e sul proprio bilancio personale di costi e benefici), questo è il principio applicabile ad ogni relazione sociale, ovvero un individuo sta in una relazione finché ne è soddisfatto e quando non lo è più ne esce. Mentre nella teoria dell’equità [Walster e Berscheid 1978] un individuo valuta soddisfacente quella relazione dalla quale ricava benefici commisurati ai costi che essa comporta a quando percepisce un bilancio simile anche per il partner. Dunque, a differenza della teoria dello scambio, questa prevede individui che confrontano il bilancio personale con quello del proprio partner.
Nell’ambito interpersone assume un ruolo importante la comunicazione e dunque il linguaggio, visto come mediatore tra cognizione  e realtà sociale (assieme al contatto fisico che partecipa alla costruzione della relazione tra parlanti).

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Carla Callioni
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