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Lesioni da arma da fuoco: Effetti sul bersaglio


Raggiunto il bersaglio il proiettile vi esercita un’azione contundente (azione di martello), percuotendo ed introflettendo la cute; quindi la divarica con un’azione di cuneo.
Secondo alcuni la penetrazione è facilitata dal movimento di rotazione del proiettile, che agirebbe come un trapano avvitando i tessuti (azione rotatoria); secondo altri, il minimo tempo di passaggio del proiettile attraverso la cute non consentirebbe l’esercitarsi di rilevante effetto di avvitamento.
Gli effetti sul bersaglio vengono valutati anche in termini di “potere d’arresto”.
Esso è definito come la massima quantità di moto che un proiettile può cedere al bersaglio animato, quando l’impatto avvenga alla distanza di 25 metri per le armi a canna corta e di 100 metri per quelle a canna lunga.
Il proiettili di grosso calibro cedono una notevole quantità di energia cinetica e presentano un elevato potere d’arresto.
Alle brevi distanze proiettili aventi bassa velocità iniziale possono quindi avere potere d’arresto superiore a proiettili aventi alta velocità; alle grandi distanze i proiettili ad alta velocità iniziale (e di piccolo calibro) cedono in massima parte la loro energia mediante una sorta di effetto onda, causato dalla diffusione di vibrazioni che si trasmettono nei tessuti anche a distanza dai punti colpiti.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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