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I Fondi strutturali: norme e procedure di utilizzo con particolare riferimento alla Regione Sardegna

La tesi, articolata in cinque capitoli, tenta di spiegare come i Fondi comunitari vengano trasferiti dalle casse dell'Unione Europea a quelle dei soggetti, i beneficiari finali, che intendono usufruirne per la realizzazione di progetti che mirano allo sviluppo socio-economico del territorio.
Si articola secondo la seguente struttura:
I capitolo: la politica di coesione economica nell'UE e principali funzioni delle sue istituzioni coinvolte nella gestione;
II capitolo: il principio di sussidiarità e la riforma costituzionale italiana del 2001;
III capitolo: il POR Sardegna 2000-2006, il Complemento di Programmazione e le iniziative comunitarie attivate dalla Regione Sardegna per la programmazione 2000-2006;
IV capitolo: il sistema di gestione e controllo dei Fondi strutturali da parte della Regione Sardegna;
V capitolo: un caso specifico: la misura 3.11 del POR Sardegna: le pari opportunità nella legislazione europea e italiana, azioni di supporto per lo sviluppo dell'imprenditoria femminile (la legge 215/92 e il prestito d'onore alle imprese individuali femminili).

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Introduzione Che i Fondi strutturali rivestano un’importanza fondamentale per la ristrutturazione delle aree economiche più arretrate del nostro Paese è oramai cosa nota alla maggior parte delle persone, mentre, ai più sono sconosciute le modalità e i meccanismi attraverso i quali, tali risorse, giungono fino a noi. Questo lavoro tenta proprio di descrivere quali siano questi meccanismi e quali siano le norme e le procedure di utilizzo dei Fondi, facendo riferimento alla programmazione della Regione Autonoma della Sardegna per il settennio 2000- 2006, della quale abbiamo cercato di evidenziare sia le peculiarità e gli aspetti innovativi, sia l’importanza che i Fondi hanno rivestito per l’Isola, in quanto Regione sottoposta al c.d. regime dell’Obiettivo 1. Il lavoro è stato suddiviso in cinque capitoli, la cui struttura generale cerca di mettere in evidenza la gerarchia delle norme attraverso le quali la programmazione prende vita: così il primo capitolo è dedicato alla politica di coesione per come essa è articolata nell’Unione Europea; il secondo, invece, trattando del principio di sussidiarietà, spiega le ragioni per le quali la gestione delle risorse è demandata a livello nazionale e, nel caso italiano, a quello regionale. Negli ultimi tre si intende spiegare in che modo le risorse messe a disposizione per la ristrutturazione dell’economia vengano adoperate all’interno della Regione Sardegna. Più precisamente, il primo capitolo si propone di fare un excursus della politica di coesione europea a partire dalla fondazione della CEE e dunque dal Trattato di Roma del 1957, descrivendo, inoltre, quali siano le funzioni dei vari organi della Comunità nel governo di tale politica. Il terzo e il quarto capitolo rappresentano il cuore del lavoro, visto che si concentra l’attenzione sull’utilizzo dei Fondi strutturali all’interno della realtà regionale sarda, descrivendo non solo la struttura del documento programmatorio, ossia il POR, ma anche la struttura degli organismi di gestione, sorveglianza e controllo delle risorse impiegate.

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Informazioni tesi

  Autore: Silvana Manca
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: Giuseppe Porro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 221

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Parole chiave

beneficiario finale
fondi strutturali
inizativa comunitaria
legge 215/92
monitoraggio
obiettivo 1
pari opportunità
politica di coesione
por
prestito d'onore femminile
programmazione 2000-2006
sussidiarietà
titolo v costituzione

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