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Stupro e Genocidio nel Diritto Internazionale

I conflitti che hanno avuto luogo nella Ex-Jugoslavia ed in Ruanda si sono caratterizzati per un ricorso costante alle violenze sessuali come strumento di distruzione. In entrambi i casi la comunità internazionale ha riconosciuto la finalità genocidaria di tali crimini, che hanno avuto un impiego costante e spesso programmato.
L’analisi della Convenzione sul Genocidio del 1948, la dottrina internazionale e la prassi dei due tribunali ad hoc – ICTY, ICTR – sono costanti riferimenti di questa trattazione, finalizzata ad un inquadramento giuridico delle violenze sessuali in contesti di guerra, secondo la normativa in tema di Genocidio, e gli statuti dei Tribunali Internazionali, non ultima la International Criminal Court.

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3I conflitti che hanno avuto luogo nella Ex-Jugoslavia tra il 1992 ed il 1995, e soprattutto il genocidio ruandese del 1994 si sono caratterizzati per l’introduzione di nuovi strumenti di guerra, di massacro e di distruzione della popolazione nemica: tra questi è emerso in maniera inquietante l’uso generalizzato delle violenze sessuali sulla popolazione e soprattutto degli stupri di massa sulle donne. Lo stupro nei conflitti armati ha origini decisamente remote, sebbene forse poco si sia detto in merito: esso ha rappresentato il ‘danno collaterale’ della guerra, il bottino di cui per secoli si sono impadroniti i vincitori, sia come senso di soddisfazione e di trionfo, sia in modo particolare come strumento finale di umiliazione dei vinti. Col tempo lo stupro ha assunto una veste nuova ed ancor più significativa, rivelando il suo potenziale distruttivo come una vera e propria arma da guerra: gli eventi che hanno avuto luogo in Bosnia e in Rwanda hanno forse pochi precedenti e per questo hanno suscitato un clamore diverso e più ampio rispetto al passato. Ciò che ha colpito degli stupri di massa realizzati nei due casi in questione è stata la sistematicità nel primo ed il numero particolarmente ampio nel secondo. Da questi conflitti è emerso in modo particolare come gli stupri di massa abbiano un potenziale distruttivo estremamente alto e, se perpetrati a danno di uno specifico gruppo umano, possano diventare dei veri e propri strumenti di genocidio: l’intento di questo lavoro è pertanto dimostrare la validità di tale tesi. Gli stupri che i serbi e serbo-bosniaci hanno commesso principalmente su donne bosniache di religione musulmana hanno un carattere di sistematicità che mai si era visto in passato: allontanamento della popolazione dalle loro case, separazione tra uomini e

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Informazioni tesi

  Autore: Gabriele Bidini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Francesco Francioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 199

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Parole chiave

convenzione genocidio
diritto internazionale
ex-jugoslavia
genocidio
icty - ictr
interational criminal court
pulizia etnica
ruanda
stupro
violenze sessuali

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