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Il bilancio d'esercizio e la comunicazione d'impresa. L'esperienza di Luxottica Group S.p.A.

In una società dell’informazione, come l’attuale, la comunicazione è il veicolo, potremmo dire quasi il fluido, che la alimenta, dandole consistenza e sviluppo. Il rischio che si corre e che si sta manifestando è che le informazioni siano talmente sovrabbondanti e così poco focalizzate che diventano soltanto un rumore, con il sorprendente risultato di non trasmettere quello per il quale esse sono state concepite e prodotte.
In questo contesto evolutivo uno strumento antico di informazione economica, più precisamente di comunicazione aziendale, come il bilancio, viene ad assumere paradossalmente un ruolo peculiare, una caratterizzazione tale da farlo apparire quasi in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo nella società dell’informazione e nel campo dell’informazione economica, in particolare.
Il bilancio contiene una “comunicazione” sulla quale vigila la collettività e i suoi organi istituzionali. Esso è infatti un documento “ufficiale” che viene regolato dalla legge, che deve fornire un “quadro fedele” della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’azienda e che comporta per i redattori l’assunzione di precise responsabilità. Non solo, ma tale documento contiene una comunicazione focalizzata e orientata visto che il suo oggetto sono le performance economiche perseguite dall’azienda in funzionamento e che tale comunicazione è destinata ai vari stakeholders con i quali l’impresa intrattiene rapporti.
L’impresa è un centro di interessi ma soprattutto è “al centro di una rete di soggetti i cui interessi sono coinvolti in essa” e tali soggetti, in quanto portatori di attese, si aspettano un flusso informativo per verificarne il grado di soddisfazione. Le attese sono le più varie: si va dalla “creazione del valore” per gli azionisti alla valorizzazione e coinvolgimento per i collaboratori, dalla tutela dell’ambiente al contributo per il miglioramento della società.
Una gamma di aspettative molto ampia e variegata – non sempre pienamente perseguita dalle direzioni di impresa – che troverebbe nel fascicolo di bilancio, in quanto veicolo di comunicazione ufficiale, il naturale flusso periodico di informazioni in grado di soddisfarle.
La comunicazione della strategia consente di verificare attraverso i risultati di bilancio, conseguiti nell’arco degli anni, la coerenza tra intenzioni/progetti e realizzazioni.
Nel corso degli anni si è assistito a un lento e generale arricchimento dei contenuti dei bilanci nonché alle prime manifestazioni di una convergenza, sotto la spinta della globalizzazione dei mercati, dei modelli nazionali di comunicazione di bilancio. Per quanto riguarda i contenuti si ha la presenza nei bilanci di nuovi elementi quali la formulazione della mission, l’esplicitazione dell’indirizzo strategico, l’indicazione dei tratti caratteristici della corporate governance, le strategie a livello di area di affari.
La comunicazione aziendale non solo diffonde il valore creato rendendolo percepibile al mercato, ma può e deve contribuire essa stessa alla creazione del valore d’impresa.
L’elaborato si compone di tre capitoli: i primi due sono di natura teorica ed il terzo di natura pratica.
Nel primo capitolo l’attenzione si è focalizzata sulla comunicazione d’impresa e sul ruolo del bilancio d’esercizio.
Nel secondo capitolo vengono considerati analiticamente i bisogni informativi dei diversi stakeholders, nonché il ruolo svolto dai diversi attori della comunicazione economico-finanziaria.
Nell’ultimo capitolo viene analizzata specificatamente l’informativa societaria di Luxottica Group S.p.A., considerando tutti gli aspetti messi in luce nei capitoli precedenti.

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4 CAPITOLO 1 La comunicazione d’impresa ed il ruolo del bilancio d’esercizio 1.1 Ruolo della comunicazione nell’impresa L’accresciuta importanza della comunicazione d’impresa è oggi in parte ascrivibile all’estensione del mercato e della tipologia degli interlocutori aziendali; a ciò si aggiunge la necessità di far convergere nell’impresa un numero più elevato di risorse esterne, indispensabili per perseguire gli obiettivi aziendali. Come conseguenza ne deriva una maggiore importanza della dimensione “relazionale”: non è più sufficiente per l’impresa “saper fare”, ma occorre far conoscere le proprie capacità, far apprezzare le proprie competenze distintive, sviluppando un alto livello di credibilità nei propri confronti. L’impresa oggi deve comunicare per rendere visibile, condivisibile, ciò che essa è, ciò che sa fare, la sua qualità, il suo valore. Solo così facendo può mobilitare le risorse tangibili e intangibili necessarie per il suo sviluppo. Nel momento in cui alla comunicazione si affida l’obiettivo di esprimere e rendere note le capacità dell’impresa risulta evidente che essa non può più essere considerata come un puro mezzo per apparire, stupire e nascondere se non addirittura ingannare. La comunicazione deve accrescere la trasparenza, non deve diminuirla. Prima di impegnarsi in qualsiasi attività di comunicazione è necessario che l’impresa rifletta su ciò che è, sulle proprie competenze distintive, occorre che espliciti con chiarezza gli obiettivi perseguiti e le strategie che ne consentono il raggiungimento. In quest’ottica l’impresa comunica per ottenere credibilità strategica e reddituale, fiducia, legittimazione – vale a dire per essere sempre più rispondente alle attese dei suoi interlocutori – ma anche per essere efficace, cioè capace di soddisfare i bisogni, ed efficiente, nel senso di corrispondere alle aspettative di chi controlla e/o fornisce risorse e per avere apprezzamento affettivo – inteso come capacità di suscitare adesione emozionale.

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Lupi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Marco Fazzini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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