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Il pensiero politico di Mario Albertini: dall'Europa degli Stati nazionali agli Stati Uniti d'Europa

Il pensiero politico di Mario Albertini si fonda sul principio basilare che il corso della storia è rappresentato dalla sempre maggiore integrazione dell'umanità, testimoniata oggi dal sempre più inarrestabile e irreversibile fenomeno della globalizzazione. Ma, mentre quest'ultima si sta ampliando sempre più nell'ambito economico e sociale, a nell'ambito della politica internazionale si ha ancora una situazione di anarchia basata sul principio dei rapporti di forza che si è venuto ad instaurare fra numerosi stati nazionali. Tuttavia, questo sistema fondato su stati che traggono la loro giustificazione dall'ideologia della nazione è oramai in crisi da più di un secolo a causa della sempre maggior influenza assunta dai grandi stati-continenti come l'URSS e gli USA, nel secolo scorso, e la Cina e l'India oggi. Secondo Albertini, per instaurare un vero ordine nelle relazioni internazionali occorre dare vita ad una federazione mondiale che tragga la sua giustificazione dall'ideologia del federalismo. Il federalismo si caratterizza per un aspetto di valore, la pace profetizzata da Kant, un aspetto di struttura, come lo stato federale ipotizzato da Hamilton, e un aspetto storico-sociale, basato sulle teorie sostenute da Proudhom. Il ruolo di una futura federazione europea è, secondo Albertini, quello di modello al qual ispirarsi per l'instaurazione di una federazione mondiale. A tal proposito Albertini ha posto apertamente nel dibattito europeo il superamento dell'integrazionismo per dare vita ad un vero e proprio processo di unificazione federale.

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2 Introduzione Gli avvenimenti, in molti casi cruenti, che, in quest’ultimo decennio, hanno avuto luogo sulla scena internazionale, e la continua espansione degli effetti dei nuovi processi produttivi, non solo di carattere economico e politico, ma anche sociale e culturale, ben oltre i confini dei singoli stati-nazione, ma persino in grado di manifestare la loro influenza su interi continenti, e di determinare la nascita di una rete globale in cui la ricchezza viene creata dalla produzione biopolitica (dove l’elemento economico, quello politico e quello culturale si sovrappongono in modo sistematico e si investono reciprocamente 1 ), hanno ravvivato il dibattito sulla necessità o meno di far assumere all’Unione Europea un diverso ruolo sullo scacchiere internazionale e su quale modello politico-istituzionale sia più opportuno adottare per poter affrontare le sfide della globalizzazione, del nuovo terrorismo internazionale e del rischio di nuove guerre fra stati dotati di armamenti distruttivi di massa. La questione su quale via fosse la più opportuna da intraprendere per fare in modo che fra gli stati dell’Europa occidentale s’instaurasse una coesione tale da permettere loro di poter affrontare uniti le nuove problematiche emergenti, e con ciò impedire la rinascita di quelle contrapposizioni che li avevano visti come antagonisti, e determinato le guerre più sanguinose e violente di tutta la storia dell’umanità, s’impose subito dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. Da quel momento in poi i problemi politici, militari ed economici iniziarono a raggiungere dimensioni di tale grandezza da non poter esser più affrontati in modo efficace nell’ambito dei singoli Stati nazionali europei. Le stesse classi politiche 2 che ne erano alla guida erano consapevoli di questa nuova condizione, e tutti i loro sforzi, tesi a ripristinare il precedente sistema di equilibrio, incentrato sulla rivalità franco-tedesca e sull’alleanza franco-russa come garanzia contro la Germania, 1 Hardt M./Negri A. Impero/Il nuovo ordine della globalizzazion., Milano, Rizzoli, 2002, p. 15 Per un approfondimento sulla produzione biopolitica si veda la Parte Prima, Capitolo II La produ- zione biopolitica. 2 Per una definizione di “classe politica”, Albertini M., “la Politica”, in Albertini M., La politica e altri saggi, Milano, Giuffrè, 1963

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Informazioni tesi

  Autore: Dino Biselli
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Francesco Livorsi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 224

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Parole chiave

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