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Il Comitato delle Regioni nell'Unione Europea

II Comitato delle Regioni è oggi un organo complementare delle istituzioni comunitarie,rappresentativo delle regioni e degli enti locali in seno all’UE, il cui posto ed importanza nel sistema istituzionale europeo è dovuto alla sua esperienza e sulla sua competenza nell'ambito delle questioni regionali e locali dei differenti livelli sub-statali dell'Unione Europea.
La creazione di quest’ organo europeo è nata dalla consapevolezza che lo sviluppo e la crescita dell’economia dell’Unione Europea siano strettamente connessi allo sviluppo della dimensione locale. Così nel corso di questa politica comunitaria, in virtù della necessità di perseguire obiettivi specifici a livello europeo è emersa la necessità di rafforzare l’autonoma capacità di sviluppo delle singole realtà territoriali, al fine di ottenere una crescita più armoniosa , più equilibrata e duratura.
Queste considerazioni unite a quelle più tradizionali di stampo europeo dove il processo di integrazione europea deve realizzarsi in modo da garantire quanto più possibile il rispetto delle specificità culturali presenti nel territorio,rispettando,dove possibile,gli spazi autonomistici già riconosciuti dagli stati membri ,sono state poste in essere con il Trattato di Maastricht.
Infatti è soltanto con il Trattato di Maasticht che si è avuto la prima svolta decisiva e sostanziale nel processo di riconoscimento delle realtà subnazionali all’interno dell’Unione, con l'istituzione il 7 febbraio del 1992 del Comitato delle Regioni (CdR) che ha rappresentato la soluzione al problema della rappresentanza regionale in seno alla Comunità Europea con la creazione di un nuovo organo intermediario del dialogo tra Regioni e Comunità Europea, costituito dai rappresentanti delle collettività regionali e locali di tutti gli Stati membri.
Il Comitato svolge un’attività consultiva tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, consentendo ai rappresentanti delle collettività locali e regionali di esprimere pareri sulle politiche dell'Unione europea, di far valere il punto di vista locale e regionale nella legislazione comunitaria ed elaborare pareri sulle proposte della Commissione, che costituisce l’attività più rilevante.
E’ la più giovane istituzione dell’ Unione europea e la sua creazione riflette la volontà degli Stati membri di rispettare le identità e le prerogative degli enti regionali e locali e renderli partecipi dello sviluppo e dell’attuazione delle politiche europee.

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1 INTRODUZIONE Questo lavoro prenderà in esame l’evoluzione delle autonomie locali in ambito europeo avvenuta con il netto rafforzamento del federalismo e del regionalismo sul piano degli ordinamenti interni, a partire dall’immediato dopoguerra. La Convenzione del 15 Ottobre 1985, la “Carta europea dell’autonomia regionale”, ha attribuito un ruolo crescente alle autonomie territoriali, fino all’istituzione del Comitato delle Regioni, organo consultivo, con sede a Bruxelles, che garantisce la rappresentanza dei poteri locali e regionali nell'ambito dell'Unione europea e composto di 222 membri che, avendo la qualità di eletti municipali e regionali, rappresentano un ventaglio completo delle attività in materia di politica locale e regionale nell'ambito dell'Unione europea. Si tratta ad esempio di presidenti di regioni, di parlamentari regionali, di consiglieri municipali, di sindaci di grandi città, ecc... Previsto dal Trattato sull'Unione europea, è stato creato nel 1994 e svolge un ruolo complementare nel processo decisionale tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, consentendo, infatti, ai rappresentanti delle collettività locali e regionali di esprimere pareri sulle politiche dell'Unione europea. Dal momento dell'entrata in vigore del Trattato d'Amsterdam nel 1999, il Comitato delle regioni dispone di una struttura organizzativa autonoma e stabilisce il proprio regolamento interno (senza la previa approvazione del Consiglio come avveniva in passato). Inoltre, la sfera d'azione del Comitato è stata considerevolmente estesa, in particolare nei settori sociale, ambientale e dei trasporti. Come si vedrà meglio il ruolo del Comitato delle regioni è di far valere il punto di vista locale e regionale nella legislazione comunitaria e l’elaborazione di pareri sulle proposte della Commissione costituisce la pietra angolare di tale attività. Inoltre, il Comitato delle regioni contribuisce al corretto funzionamento dell'Unione europea in quanto garante del "principio di sussidiarietà". Secondo questo principio, l'Unione deve agire solo quando un'azione a livello comunitario si rivela più efficace di un'azione intrapresa a

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Informazioni tesi

  Autore: Vincenzo Carollo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giuseppe Palmisano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 212

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