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Le Gazzelle Italiane dell'High Tech ed il caso Veneto

Questa tesi vuole analizzare le principali caratteristiche delle imprese innovative con riferimento alla tradizionale letteratura sull’economia dell’innovazione, partendo dal tradizionale approccio schumpeteriano per poi prendere in considerazione la misurazione dell’innovazione e di conseguenza l’analisi degli indicatori di innovazione . Viene poi esaminata la relazione tra mondo accademico e innovazione all’interno delle imprese studiando a tal fine il fondamentale ruolo degli spin-off (sia degli universitary spin-off che di quelli di tipo corporate) e degli spillover di conoscenza. Il quadro poi si restringe sul sistema innovativo italiano. Vengono qui analizzati il ruolo del sistema della ricerca, dei policy maker, dei centri per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico, ed infine delle imprese spin-off della ricerca pubblica in Italia. L’ultimo paragrafo del primo capitolo descrive poi le imprese qualificabili come Gazzelle secondo la classificazione di David Birch. Partiamo da una caratterizzazione globale per poi soffermarci sulle caratteristiche delle Gazzelle Italiane.
Il secondo capitolo è destinato all’analisi del “Rapporto RITA 2005” del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano. Vogliamo qui prendere in considerazione le New Technology Based Firms Italiane, la loro attività innovativa, i loro tassi di uscita dal mercato, i loro tassi di crescita, il loro rapporto con il mercato dei capitali e con il finanziamento pubblico. Vengono poi approfonditi gli stessi aspetti per il sottocampione delle start-up di tipo accademico.
L’ultimo capitolo considera lo scenario innovativo del Veneto nel panorama europeo al fine di valutarne la competitività. Tra gli aspetti presi in considerazione abbiamo: l’attività di R&S, la Bilancia Tecnologica dei Pagamenti, i brevetti, gli stimoli regionali all’innovazione, le leggi regionali, le New Technology Based Firms operanti nella regione

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5 INTRODUZIONE Oggi più che in passato la capacità competitiva delle imprese dipende dalla performance innovativa che esse riescono a mantenere nel tempo, in risposta alle pressioni provenienti dal mercato, dalle tecnologie e dalle normative. Così intesa, l’innovazione è generata in primo luogo da una spinta a sfruttare le opportunità, monitorando costantemente anche la necessità di far fronte alle minacce che provengono dall’esterno sottoforma di eventi che definiscono ex ante i percorsi e la velocità della performance innovativa stessa. Rispondere con efficienza ed efficacia ai cambiamenti dettati dalle diverse esigenze dei clienti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e nuova conoscenza, diventa quindi un passaggio obbligato per la crescita delle imprese, con conseguenti modifiche della pressione della concorrenza ed in generale del legame tra innovazione, competitività e crescita economica. La Commissione Europea, in una serie di studi sulle politiche dell’innovazione, nell’ambito del programma “Innovazione e PMI”, ha diffuso i punti essenziali relativi alle problematiche emerse: - distribuzione disomogenea dell’innovazione, nel senso che la capacità innovativa dell’industria risulta pesantemente spostata verso aziende di maggiori dimensioni, a fronte della debolezza innovativa di buona parte delle PMI che utilizzano tecnologie tradizionali; - carattere sistematico e multidimensionale dell’innovazione che richiede lo sviluppo di adeguati strumenti per valorizzare il potenziale insito nei collegamenti tra scienza e industria; - necessità di non limitare l’innovazione a settori altamente specializzati. Se così fosse, il rischio sarebbe infatti, quello di perdere la possibilità di migliorare la competitività e lo sviluppo di nuovi prodotti o processi nei settori più tradizionali dell’industria. E’ noto che scienza e tecnologia non possono produrre crescita e sviluppo senza la presenza di capacità imprenditoriali, ma è altrettanto scontato che l’imprenditoria non può produrre progresso senza conoscenza scientifica e tecnologica acquisite da poli di eccellenza o da altre imprese o da ricerche fatte all’interno della propria impresa. Infatti, la ricerca è soprattutto attività teorica; il compito di orientarla al mercato, a nuovi prodotti, a nuovi processi, è del management aziendale attraverso i processi di innovazione che naturalmente coinvolgono investimenti e finanza. Tradizionalmente, il vantaggio competitivo delle imprese dipendeva da fattori quali la dimensione, la brand name, o la dotazione patrimoniale. Negli ultimi anni questo scenario è cambiato, favorendo

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Informazioni tesi

  Autore: Arianna Franceschini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Commercio estero
  Relatore: Anna Comacchio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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Parole chiave

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