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Il fantastico ''miracoloso'' di Enrico Morovich. Lettura di ''Miracoli quotidiani''

Tra il surrealismo italiano, l’Italia Magica e il realismo magico si inserisce Enrico Morovich, scrittore, poeta, artista ed esule. Uomo della generazione di poeti, artisti e letterati che ruota attorno alle città della mitteleuropea, in particolare a Trieste, è profondamente legato alla sua terra d’origine, a Fiume, la sua città, la sua memoria . Nasce a Pecine, sobborgo di Fiume, il 20 novembre 1906, ma nell’estate del 1950, a seguito delle opzioni sancite dal trattato di pace del 1947, parte profugo per l’Italia lasciando Fiume per sempre.
Enrico Morovich è lo scrittore dei Miracoli quotidiani, dove la memoria e la fantasia lo legano inscindibilmente « a filo doppio alla piccola terra in cui visse quarant’anni e più» , alla terra che ha dovuto perdere con amarezza e rimpianto. Proprio la raccolta di racconti che porta il titolo Miracoli quotidiani è l’opera più significativa dello scrittore fiumano; uscita nel 1988 in un volume di Sellerio, raccoglie in realtà ben tre raccolte: la prima, del 1936, stampata nelle edizioni di Solaria dal titolo L’osteria sul torrente, una seconda, del 1938, con il titolo Miracoli quotidiani per l’editore Parenti a Firenze e la terza dello stesso editore, Ritratti nel bosco, del 1939. Quest’opera racchiude le qualità di Enrico Morovich il quale esprime meglio nei racconti, piuttosto che nei romanzi, il suo essere un particolare narratore fantastico, uno straordinario scrittore di “favole” felicemente leggere. Anche Contini lo riteneva più versato nei racconti e lo stesso scrittore affermava di sé «mi trovo meglio a scrivere racconti, per essere un romanziere bisogna essere pazienti» . Ciò non toglie che anche i romanzi, alcuni in particolare – Il Baratro per citarne uno – abbiano sicuramente un’importanza fondamentale per l’opera di questo scrittore.
Appena iniziamo a leggere Miracoli quotidiani, individuiamo subito una prima caratteristica comune alla maggior parte dei racconti fantastici di Enrico Morovich: la compresenza di due piani, quello fantastico e quello realistico che sembrano perfettamente integrati e fusi.
Prendendo in esame quello che si può chiamare lo sfondo, la cornice dei racconti in cui Morovich fa svolgere le azioni dei suoi personaggi, si nota che sono per lo più paesaggi di campagna, prati, boschi, piccoli borghi nei quali la vita è ancora semplice e umile e dove lo stravolgimento della realtà sembra avvenire in maniera più naturale. Si prenda in considerazione l’affermazione di Giorgio Bàrberi Squarotti relativa proprio al paesaggio narrativo dei racconti dello scrittore fiumano: «Morovich predilige paesaggi di boschi e di montagne, con rocce, torrenti, prati, piccoli borghi contadini e montanari, come gli spazi dove l’invenzione fantastica più naturalmente trova la possibilità di svolgersi, quasi garantita da una maggiore credibilità nelle solitudini montane e campestri» . Così il fantastico di Enrico Morovich sembra aver proprio bisogno di queste descrizioni “bozzettistiche” per potersi meglio esprimere: nella quotidianità e semplicità della vita di campagna lo straordinario e il fantastico trovano una maggiore libertà di espressione. La stessa impostazione è riscontrabile anche in alcuni romanzi – si pensi a L’abito verde o Contadini sui monti – in cui la natura e la campagna fanno da sfondo alle vicende fantastiche narrate da Morovich. Bàrberi Squarotti sottolinea che «boschi e torrenti sono ne L’osteria sul torrente (1938), ma con scarsissime concessioni a vere e proprie invenzioni fantastiche su un seguito di vicende senza tempo, fra boscaioli e abitanti di un piccolo paese di montagna. Più immersi in un’atmosfera di incanto o di stregoneria sono i racconti de I ritratti nel bosco (1939)» .
Così, tra i paesaggi rupestri, tra boschi e aperte campagne, la realtà apparentemente più banale viene deformata grazie al filtro “magico” caro all’autore. «Le apparizioni sono possibili e, anche, avvertibili e significanti là dove ancora si crede ad esse» , cioè in quegli ambienti rimasti lontani rispetto alla realtà e all’esistenza moderne: questo è il motivo per cui le vicende fantastiche dei protagonisti dei racconti di Morovich si svolgono in luoghi campestri e, per certi versi, ancora primitivi. Così il mondo narrato dallo scrittore fiumano è quello delle campagne proprio perché là sembra ancora più naturale e più stretto il legame fra i vivi e i morti e «la sopravvivenza delle anime ha una forma familiare, consueta, quotidiana» . Proprio questo è il fantastico di Enrico Morovich che più mi ha affascinato: il legame tra l’aldilà e la vita normale, la compresenza di vivi e morti nello stesso mondo.

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2 I “ MIRACOLI QUOTIDIANI”  DI ENRICO MOROVICH.      Tra  il  surrealismo  italiano,  l’Italia  Magica  e  il  realismo  magico  si  inserisce  Enrico Morovich,  scrittore,  poeta,  artista  ed  esule.  Uomo  della generazione di poeti, artisti e letterati che ruota attorno alle città  della mittleuropa, in particolare a Trieste, è profondamente legato alla  sua  terra  d’origine,  a  Fiume,  la  sua  città,  la  sua memoria 1 . Nasce  a  Pecine,  sobborgo  di  Fiume,  il  20  novembre  1906, ma  nell’estate  del  1950, a seguito delle opzioni sancite dal trattato di pace del 1947, parte  profugo per l’Italia lasciando Fiume per sempre.  Enrico Morovich è lo scrittore dei Miracoli quotidiani, dove la memoria  e la fantasia lo legano inscindibilmente «a filo doppio alla piccola terra  in cui visse quarant’anni e più» 2 , alla terra che ha dovuto perdere con  amarezza e rimpianto. Proprio la raccolta di racconti che porta il titolo  Miracoli  quotidiani  è  l’opera più  significativa dello  scrittore  fiumano;  uscita  nel  1988  in  un  volume  di  Sellerio,  raccoglie  in  realtà  ben  tre  raccolte:  la  prima,  del  1936,  stampata  nelle  edizioni  di  Solaria  dal  titolo L’osteria sul torrente, una seconda, del 1938, con il titolo Miracoli  quotidiani per l’editore Parenti a Firenze e la terza dello stesso editore,  Ritratti nel bosco, del 1939. Quest’opera racchiude  le qualità di Enrico  Morovich  il  quale  esprime  meglio  nei  racconti,  piuttosto  che  nei  1 Cfr. Enrico Morovich e il surrealismo italiano,  a cura di EDDA SERRA, Istituto Giuliano  di Storia, Cultura, Documentazione, Gorizia‐Trieste, 2003, in Storia del Mondo n. 16,  10 novembre 2003, p. 1.  2  E. MOROVICH, Un italiano di Fiume, Milano, Rusconi,1993, p. 110.   

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Caretti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Italianistica
  Relatore: Alvaro Biondi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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