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Forze di Polizia: Ipotesi di riassetto organizzativo

La tesi prende spunto dalle teorie delle organizzazioni relative ai grandi costrutti burocratici e alle "istituzioni" per inserirsi nella realtà delle forze di polizia italiane. Si analizza l’attuale situazione delle Forze di Polizia (principalmente Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza) da un punto di vista normativo ma soprattutto organizzativo/strutturale. La tesi tende a mostrare/dimostrare come questa triplicazione dell’apparato burocratico aumenta sostanzialmente le inefficienze dovute alla compresenza di tre distinte organizzazioni/istituzioni e suggerisce come una “semplice” modifica alla normativa e al disegno organizzativo permetterebbe un recupero di risorse (umane) oggi impegnate al mantenimento in vita di un sistema burocratico obsoleto.
Anche per l'esperienza diretta dell'autore si studiano possibili interventi che possano riguardarle al fine di salvaguardare i concetti di efficienza ed efficacia. Il tutto nella consapevolezza della realtà italiana.

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3 INTRODUZIONE L’evoluzione del comportamento umano ha evidenziato come l’uomo, soprattutto oggi nelle democrazie contemporanee, faccia sempre più uso di “costrutti sociali” per gestire le proprie attività, provando a standardizzarne i processi al fine di rendere il più possibile fruibili ed alla portata di tutti i servizi che possono offrire. Tra quelli che ho definito “costrutti sociali”, un posto di tutto riguardo è occupato dalle organizzazioni, che tanto impegnano gli studiosi, soprattutto i sociologi, nel cercare di carpirne i segreti. Tuttavia, mentre le organizzazioni evolvono e così gli studi su di esse, col tempo cambiano anche le società a cui esse appartengono. La società nel suo complesso è in evoluzione continua. Oggi, tra i fattori che più interessano il cambiamento della società, possiamo evidenziare lo sviluppo culturale generale, quel fenomeno chiamato globalizzazione, e il sempre più marcato progresso tecnologico. Di fatto, la contraddizione di base che si va manifestando è che la società evolve molto più rapidamente di quanto sono in grado di tenere il passo le organizzazioni e, soprattutto, la loro trasfigurazione nelle “burocrazie”. Queste ultime, con il tempo, tendono a “trasformarsi” in un nuovo genere di costrutto sociale che gli studiosi individuano nelle “istituzioni”. Molto sinteticamente la differenza tra questi due concetti (organizzazione-istituzione) sta nel fatto che, attraverso il “processo di istituzionalizzazione”, le organizzazioni perdono il loro carattere strumentale (ossia la capacità di raggiungere propri fini prestabiliti) e parallelamente, con l’infusione di valori, tendono a sviluppare all’interno dell’organizzazione stessa una sola, principale, preoccupazione: la sopravvivenza. La mia esperienza di vita mi ha portato a contatto con una di queste istituzioni: infatti, dal 1996, sono impiegato come militare della Guardia di Finanza, e per questo motivo posso ritenermi un “osservatore privilegiato”, in quanto posso allineare alla mia esperienza lavorativa una attività cognitiva molto vicina ad una prassi ricorrente nella metodologia delle ricerche sociali. Faccio riferimento alla così detta osservazione partecipante 1 , che mi ha permesso di provare in prima persona molti di quei “principi sociali” che caratterizzano 1 Per “osservazione partecipante” viene intesa l’attività di interazione sociale che viene colta, osservata, in un contesto naturale, nel quale l’osservatore si immerge e impara a conoscere sincronizzando il suo agire con quello delle persone che gli stanno accanto; che impara a conoscere vivendo con e talvolta come le persone su cui ha appuntato la propria attenzione.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Gusmini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Valeria Fargion
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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