Italia e Alto Adige: le opzioni del 1939
Informazioni tesi
Autore: | Mauro Mazzio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Silvio Lanaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 132 |
Tra il 1938 e il 1939 i governi italiano e tedesco decisero di affrontare la questione altoatesina per risolverla una volta per tutte.
Il risultato di due anni di trattative – condotte per lo più contestualmente a quelle per il Patto d’Acciaio e spesso usate come arma di ricatto nei confronti dell’altra parte – furono i cosiddetti Accordi di Berlino, firmati nella sede della polizia segreta del Reich il 23 giugno 1939.
La popolazione di madrelingua tedesca e ladina della provincia di Bolzano, della zona mistilingue della provincia di Trento, dell’Ampezzano e della Val Canale furono, furono posti di fronte ad una scelta: mantenere la cittadinanza italiana, e quindi restare nelle proprie case, ma rinunciando una volta per tutte ad essere considerati tedeschi; oppure optare per la cittadinanza del Reich, accettando il trasferimento oltreconfine e la liquidazione dei beni.
L’accordo sarebbe dovuto rimanere segreto fino alla firma di un trattato definitivo, ma pochi giorni dopo la notizia era di pubblico dominio. Nella comunità sudtirolese – dopo una prima dichiarazione unitaria in cui i principali gruppi politici proclamavano la ferma volontà di rimanere – si formarono due fazioni: da una parte il VKS, il movimento giovanile filonazista, che in nome del superiore interesse del Reich e del Deutschtum propugnava l’opzione per la cittadinanza tedesca; dall’altra il variegato fronte dei Dableiber (che comprendeva i partiti tradizionali riuniti nel Deutscher Verband, l’Azione Cattolica, la stampa cattolica, l’Andreas-Hofer-Bund), che spingeva a non abbandonare la Heimat.
Questo lavoro cerca di analizzare la complessità del periodo attraverso l’analisi della propaganda e degli attori che la generano, non dimenticando quindi, oltre alle due fazioni in cui si divide la popolazione tedesca, anche le posizioni del governo italiano (e dei suoi esponenti a livello locale, quali i prefetti Mastromattei e Podestà) e della Chiesa (tanto i vescovi di Bressanone e Trento, quanto il vaticano).
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Autore: | Mauro Mazzio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
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