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Logiche di governance nelle Amministrazioni Regionali: Basilicata e Lombardia a confronto

Le Regioni italiane, quindi, si trovano oggi ad affrontare un nuovo schema di Governance derivante dall’insieme delle nuove competenze concorrenti, di cui all’art. 117, comma 3 della Costituzione, e le nuove competenze esclusive, di cui al comma 4 dello stesso articolo.Per raggiungere gli obiettivi istituzionali, sociali, economici e territoriali, le Regioni devono svolgere attività di legislazione, gestione, erogazione e sostegno, vigilanza e controllo, informazione. Cambiando l’assetto istituzionale del Paese, le Regioni hanno visto, infatti, l’attribuzione di nuovi ruoli e si è creato un nuovo approccio verso il tessuto socio-economico, caratterizzato dal passaggio da una logica di “government” ad una di “governance”, in cui il ruolo dei principali portatori di interessi (cittadini, imprese, organizzazioni) costituisca parte di un processo integrato di cooperazione e non più di semplice regolazione.

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IV Introduzione Il processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione ha avuto, in Italia, una forte spinta soprattutto a partire dai primi anni Novanta, attraverso una serie di provvedimenti legislativi che hanno profondamente modificato il contesto in cui si muovono le varie Regioni. La riforma federale dello Stato, la progressiva delega di competenze alle Regioni, Province e Comuni, l’introduzione di principi di economicità della gestione, l’esternalizzazione dei servizi pubblici locali, la responsabilizzazione dei manager sui risultati, la riforma dei controlli pubblici e l’introduzione di tecnologie informatiche sono solo alcuni dei cambiamenti che hanno coinvolto la Pubblica Amministrazione nel nostro Paese. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati, inoltre, da un evento determinante: la trasformazione del quadro istituzionale entro cui le Regioni sono sorte nei primi anni Settanta e, da allora, hanno potuto operare. Si è trattato di una trasformazione del contesto istituzionale che ha rappresentato un mutamento radicale di prospettiva e di impostazione dell’intero ordinamento repubblicano. Il progressivo ampliamento delle competenze regionali e locali, via via realizzatosi degli anni ad opera della legislazione ordinaria, ha contribuito a potenziare la presenza ed il ruolo delle autonomie regionali e locali nel sistema. Nonostante ciò, non è stata superata la compresenza dello Stato, delle Regioni ed Enti Locali nelle stesse materie e campi di intervento, causa di scarsa rispondenza e funzionalità delle istituzioni rispetto alle concrete esigenze economiche e sociali. La Riforma operata dalla Legge Costituzionale n. 3/2001 ha inteso superare il regionalismo “debole”, conferendo alle Regioni la missione di regolamentazione dello sviluppo sostenibile nel loro territorio e di soddisfazione dei bisogni della comunità amministrata, mediante attività gestite direttamente o a mezzo dei propri enti strumentali. Le Regioni italiane, quindi, si trovano oggi ad affrontare un nuovo schema di Governance derivante dall’insieme delle nuove competenze concorrenti, di cui all’art. 117, comma 3 della Costituzione, e le nuove competenze esclusive, di cui al comma 4 dello stesso articolo.

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Informazioni tesi

  Autore: Barbara Baglivo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia delle Amministraz. Pub. e delle Istituz. Internaz.
  Relatore: Marco Meneguzzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 201

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