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Agostino di Alberto Moravia

La bella immagine di Ajello -  che accosta la “presenza” del cittadino all'attività dello scrittore e ripropone la netta distinzione da Moravia più volte sostenuta fra intellettuale ed artista - mi sembra quanto mai opportuna. Giacché se è vero che il parallelismo di intellettuale e artista è la caratteristica più appariscente di Moravia, è vero anche che proprio la sua “presenza” nei dibattiti culturali e la sua statura di intellettuale hanno in qualche modo influenzato gli interventi critici sulla sua produzione artistica. Una doppia tendenza, infatti, sembra caratterizzare la letteratura critica su questo autore: da una parte si è spesso discusso con e di Moravia come “ideologo”, sostenitore dell'ideologia del “borghese onesto” o di altra ideologia, e si sono spesso utilizzate, usate (piuttosto che interpretate) le sue opere per contestare o meno tale ideologia, sottovalutando o ignorando - a parte alcune eccezioni, anche brillanti - il Moravia “artista”, costruttore ed emittente del messaggio estetico; dall'altra parte si è trascurata la produzione di Moravia dopo La noia (1960). I due aspetti sono collegati, giacché, per lo più, si è ritenuto che, a partire da questo romanzo, l'intellettuale/ideologo, il presenzialista, sensibile alle mode culturali, abbia preso il sopravvento sull'artista.
   Si tratta di un'impostazione critica non molto convincente: il vero punto sta nell'individuare il continuum artistico-ideologico dello scrittore, nell'individuare le isotopie tecnico-narrative e tematiche che attraversano tutta la sua opera. È qui che potrebbero trovare risposta la questione della continuità/rottura nella produzione di Moravia, la questione del rapporto fra prodotto letterario e contesto storico-sociale per un autore così “impegnato”, ed è qui, soprattutto, che emerge il sottile dialogo fra intellettuale ed artista. Da questo punto di vista, la lettura o rilettura delle opere di Moravia secondo metodi testuali più rigorosi è condizione imprescindibile di una risistemazione critica dell'autore. Come del resto una tra i migliori studiosi del nostro scrittore, Franca Schettino, già nel 1974 aveva vigorosamente sottolineato.

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4 Introduzione «Secondo me i privilegiati sono quelli che sia nel senso creativo, sia nel senso conoscitivo hanno a che fare con l’arte. Dico questo perché, nonostante una lunga vita piena di difficoltà di tutti i generi, alla fine mi considero un privilegiato per il fatto di essere un artista…». 1 A. Moravia Se ne va il Novecento: questo è il titolo del ricordo di Moravia apparso su Il Mattino il 28 settembre 1990, due giorni dopo la morte dello scrittore. 2 E molto si è scritto - non solo in occasione della morte - sul ruolo centrale di Moravia nel panorama culturale italiano di questo secolo, sulle peculiarità della sua figura di scrittore e di intellettuale. Merita, a tale proposito, di essere riportata un'osservazione del giornalista Nello Ajello: «Se lui interveniva - e interveniva spesso - nelle cose del mondo, lo faceva in quanto cittadino, non in quanto scrittore. Il cittadino Moravia era sempre pronto, prodigo di risposte, fecondo di formule, ricco di intuizioni abili o geniali, dispensate per telefono o scritte con rapidità di cronisti per il Corriere o L'Espresso. Dal canto suo, lo scrittore Moravia viveva rispetto al primo una vita parallela: perso dietro sogni, immagini, personaggi.» 3 La bella immagine di Ajello - che accosta la “presenza” del cittadino all'attività dello scrittore e ripropone la netta distinzione da Moravia più volte sostenuta fra intellettuale ed artista - mi sembra quanto mai opportuna. 1 A. Moravia – A. Elkann, Vita di Moravia, Bompiani, Milano 1990 2 Per Moravia. Press book della sua morte, a cura di Jader Jacobelli, Salerno Editrice, Roma 1990. L'articolo, di Paolo Giuntella, cui qui si fa riferimento, è alle pagine 83-85. 3 N. Ajello, Un impegno contro voglia, in "la Repubblica", 27 settembre 1990; ora in Per Moravia, cit, pp. 13-16; il passo citato è a p. 14

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Informazioni tesi

  Autore: Marzia Pierini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Studi Italiani
  Relatore: Walter Ppedullà
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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