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Valutazioni e tecniche economiche per progetti di downsizing di sistemi informativi aziendali

L'incessante evoluzione dei mercati costringe le aziende ad un processo continuo di perfezionamento delle proprie strutture, nel tentativo di ottenere un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza, ogni giorno più agguerrita.
La cosiddetta "globalizzazione", ovvero lo scenario nel quale i confini nazionali e le distanze non costituiscono più un vincolo alle scelte allocative dei fattori produttivi o un limite ai mercati di approvvigionamento e di sbocco, impone la ricerca di soluzioni organizzative che prevedano una pluralità di centri di decisione e supporto, strettamente cooperanti anche se geograficamente non contigui.
Al pari delle imprese private, anche la pubblica amministrazione, spinta dalle aumentate esigenze della società, si sta confrontando con il problema del miglioramento dei servizi forniti, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Lo sviluppo dei mercati, secondo Williamson e la sua teoria dell'innovazione organizzativa, sta rendendo sempre più labili i confini fra l'impresa e il mercato stesso rendendo possibile, per ogni funzione del processo produttivo, la scelta fra la produzione interna, magari attraverso l'integrazione di un'altra organizzazione, o l'acquisto all'esterno[9].
Tra lo scambio spot e l'integrazione verticale si determinano tipi intermedi di transazioni, come le situazioni di quasi-mercato e quasi-organizzazione, e l'assetto organizzativo di un'azienda è visto come un ciclo di continuo riadattamento stimolato dall'evoluzione che, periodo per periodo, conosce il mercato[9].
Le strade percorribili per l'ottenimento di una struttura organizzativa, che realizzi queste necessità di rapida mutazione e di adattamento all'evoluzione ambientale, sono molteplici.
Operando una forte schematizzazione nella classificazione delle tipologie degli approcci alla riorganizzazione aziendale, è possibile ricondurle alle due basilari, ma ideologicamente alternative, concezioni dell'impresa.
Secondo la prima, l'azienda può essere modellata come una macchina e, come tale, può essere governata con un approccio tecnico fondato su uno schema di tipo ingegneristico, basato essenzialmente su criteri di razionalità.
A questo filone possono essere ricondotte tutte quelle metodologie di intervento sulla struttura organizzativa che puntano allo snellimento, all'appiattimento della gerarchia, alla riduzione dei costi, alla ristrutturazione dei processi di produzione, all'efficienza operativa.
Il downsizing è una delle metodologie che, nel tempo, si sono affermate proprio per l'attuazione di questo tipo di ristrutturazioni.
L'assunto fondamentale della filosofia del downsizing è che un'organizzazione tende nel tempo ad "ingrassare", in termini di staff centrali e di strutture, generando una moltiplicazione dei processi ed una loro eccessiva burocratizzazione.
Di solito, queste distorsioni vengono generate da un'esagerata e male applicata politica di divisione e specializzazione del lavoro, che porta alla creazione di una serie di attività poco collegate ed allocate in unità organizzative raggruppate secondo il principio funzionale.
L'obiettivo del downsizing è essenzialmente il miglioramento dei risultati economici dell'azienda, perseguito attraverso una politica di riduzione dei costi.
Il cambiamento ha dunque come guida soprattutto delle considerazioni di carattere economico e si concreta attraverso uno snellimento delle unità organizzative e nella definizione di meccanismi contabili atti alla rilevazione sistematica e dettagliata dei costi.
Da un punto di vista organizzativo, viene perseguita la riduzione della di-mensione organizzativa globale, attraverso la contrazione dei livelli gerarchici e la diminuzione del numero delle unità organizzative.
Dunque, i maggiori beneficiari dell'azione di downsizing sono i costi, pochi o nessun vantaggio viene generato per i clienti o per il personale.
Nel campo informatico, il termine downsizing assume normalmente il significato di processo di migrazione di un sistema informativo aziendale, da una architettura centralizzata basata su un Mainframe, ad una distribuita, costituita da una rete di calcolatori, sui quali viene ripartito il carico delle elaborazioni.

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L'incessante evoluzione dei mercati costringe le aziende ad un processo continuo di perfezionamento delle proprie strutture, nel tentativo di ottenere un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza, ogni giorno più agguerrita. La cosiddetta "globalizzazione", ovvero lo scenario nel quale i confini nazionali e le distanze non costituiscono più un vincolo alle scelte allocative dei fattori produttivi o un limite ai mercati di approvvigionamento e di sbocco, impone la ricerca di soluzioni organizzative che prevedano una pluralità di centri di decisione e supporto, strettamente cooperanti anche se geograficamente non contigui. Al pari delle imprese private, anche la pubblica amministrazione, spinta dalle aumentate esigenze della società, si sta confrontando con il problema del miglioramento dei servizi forniti, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Lo sviluppo dei mercati, secondo Williamson e la sua teoria dell'innovazione organizzativa, sta rendendo sempre più labili i confini fra l'impresa e il mercato stesso rendendo possibile, per ogni funzione del processo produttivo, la scelta fra la produzione interna, magari attraverso l'integrazione di un'altra organizzazione, o l'acquisto all'esterno[9]. Tra lo scambio spot e l'integrazione verticale si determinano tipi intermedi di transazioni, come le situazioni di quasi- mercato e quasi-organizzazione, e l'assetto organizzativo di un'azienda è visto come un ciclo di continuo riadattamento stimolato dall'evoluzione che, periodo per periodo, conosce il mercato[9]. Le strade percorribili per l'ottenimento di una struttura organizzativa, che realizzi queste necessità di rapida mutazione e di adattamento all'evoluzione ambientale, sono molteplici. Operando una forte schematizzazione nella classificazione delle tipologie degli approcci alla riorganizzazione aziendale, è possibile ricondurle alle due basilari, ma ideologicamente alternative, concezioni dell'impresa. Secondo la prima, l'azienda può essere modellata come una macchina e, come tale, può essere governata con un approccio tecnico fondato su uno schema di tipo ingegneristico, basato essenzialmente su criteri di razionalità. A questo filone possono essere ricondotte tutte quelle metodologie di intervento sulla struttura organizzativa che puntano allo snellimento, all'appiattimento della gerarchia, alla riduzione dei costi, alla ristrutturazione dei processi di produzione, all'efficienza operativa. Il downsizing è una delle metodologie che, nel tempo, si sono affermate proprio per l'attuazione di questo tipo di ristrutturazioni. L'assunto fondamentale della filosofia del downsizing è che un'organizzazione tende nel tempo ad "ingrassare", in termini di staff centrali e di strutture, generando una moltiplicazione dei processi ed una loro eccessiva burocratizzazione. Di solito, queste distorsioni vengono generate da un'esagerata e male applicata politica di divisione e specializzazione del lavoro, che porta alla creazione di una serie di attività poco collegate ed allocate in unità organizzative raggruppate secondo il principio funzionale.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Lanzoni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Francesco Maria Stilo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 207

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Parole chiave

downsizing
innovazione
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