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La tutela del consumatore e la pubblicità ingannevole nelle attività turistiche

Il turismo è stato il principale oggetto di studio del mio corso di laurea, durante questi anni ho studiato diversi aspetti che lo riguardavano come: le origini, le caratteristiche della domanda, gli operatori dell’offerta e altri ancora; ma l’aspetto che più ha catturato il mio interesse tale da farne argomento di tesi, è stato il turismo dal punto di vista giuridico, e in particolare la tutela del consumatore e la pubblicità ingannevole nelle attività turistiche.

Sappiamo bene quanto oggi un viaggio, o una vacanza, abbia un ruolo di grande rilevanza nella vita di un individuo e svolga una precisa funzione socio-economica; sempre più spesso si fanno vacanze frazionate in periodi brevi e con motivazioni diverse, dalla vacanza relax a quella culturale, al viaggio per affari. In tutti questi casi il viaggio rappresenta dunque un momento importante che coincide con il soddisfacimento di un determinato bisogno del consumatore in cui egli ripone tutte le sue aspettative.

Nella scelta della vacanza, l’immagine del prodotto turistico è sicuramente tra le componenti che maggiormente influenzano il comportamento, le aspettative e in generale l’intero processo d’acquisto del turista. Il suo sviluppo è strettamente legato alla pubblicità che, come ben sappiamo, è uno degli strumenti promozionali che fortemente incide sulle scelte del consumatore.
In particolare in un mercato come quello turistico, sempre più aperto alla concorrenza e in continua evoluzione, non sono rari i casi in cui aziende e tour operators fanno ricorso all’utilizzo di pubblicità spregiudicate e a volte ingannevoli, traendo così in inganno i consumatori-destinatari dell’offerta. Gli strumenti utilizzati possono essere diversi come cataloghi, spot televisivi, opuscoli informativi o siti internet.

In particolare, in ambito giuridico, le informazioni pubblicitarie in materia turistica soggiacciono alla disciplina della pubblicità ingannevole regolata dalle norme del Decreto Legislativo n.206 del 2005.
Per pubblicità ingannevole s’intende qualsiasi tipo di pubblicità che sia in grado di indurre in errore le persone fisiche o giuridiche a cui essa è rivolta o che è in grado di raggiungere, e che possa pregiudicarne il loro comportamento economico o che sia in grado di ledere un concorrente.
Non è necessario che il messaggio pubblicitario abbia effettivamente arrecato un danno per essere qualificato come ingannevole, ma è sufficiente che le informazioni inesatte che esso comunica siano in grado di alterare le decisioni del consumatore.
L’ingannevolezza può derivare sia da affermazioni ambigue o false, sia dall’omissione di informazioni necessarie a valutare in modo completo l’offerta. Essa, inoltre, può riferirsi non solo al contenuto letterale delle informazioni ma anche all’interpretazione che i destinatari elaborano in base all’insieme degli elementi costitutivi del messaggio.
In particolare, nell’ambito turistico, essa può riferirsi alle informazioni inerenti alle modalità d’acquisto del prodotto turistico, alla descrizione dei luoghi di vacanza, alle tariffe dei servizi di trasporto e dei servizi turistici e ad altri elementi del contratto indipendentemente da quale sia il mezzo utilizzato per la diffusione delle informazioni al consumatore.

Le attribuzioni relative al controllo e alla repressione della pubblicità ingannevole sono esercitate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Essa, attraverso un esame complessivo del messaggio pubblicitario, ha il compito di valutare, controllare e reprimere l’eventuale decettività dell’informazione che è stata diffusa.
La legittimazione ad attivare il procedimento è attribuita ai concorrenti, ai consumatori, alle associazioni dei consumatori e ad ogni pubblica amministrazione che abbia interesse a reprimere casi di pubblicità ingannevole.
Al termine del quale (del procedimento), l’Autorità si pronuncia con decisione motivata, in ordine alla richiesta diretta ad ottenere l’inibitoria degli atti o la loro continuazione o l’eliminazione degli effetti della pubblicità.

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INTRODUZIONE Il turismo è stato il principale oggetto di studio del mio corso di laurea, ho studiato diversi aspetti dello stesso: le origini, i fattori che ne hanno condizionato lo sviluppo, gli operatori dell’offerta, le caratteristiche della domanda e altri argomenti connessi a loro. Ciò che ha catturato particolarmente il mio interesse è stato lo studio del turismo sotto il profilo giuridico; per tale motivo ho deciso di porre come oggetto del mio lavoro di tesi la tutela del consumatore e la pubblicità ingannevole nelle attività turistiche, ovvero, la modalità con cui la normativa italiana tutela il consumatore-turista nei numerosi casi in cui esso è vittima di una pubblicità volta a promuovere un prodotto turistico difforme da come si presenta nella realtà. Nel primo capitolo, partendo dalla definizione di prodotto turistico, mi sono soffermata sulle caratteristiche di questo particolare bene ponendo l’attenzione su uno dei fattori fondamentali che costituiscono l’offerta turistica: l’immagine. Essa rappresenta una delle componenti più importanti del prodotto turistico in quanto consiste nell’insieme di tutte le rappresentazioni mentali che si formano nel consumatore e che solo successivamente si renderanno concrete. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Romana Scognamiglio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze del turismo
  Relatore: Consiglia Botta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

FAQ

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