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Alunni con il trattino - L'integrazione degli studenti di origine straniera nel sistema scolastico italiano

Anche a causa del suo carattere marcatamente interdisciplinare, quello dell'integrazione (scolastica e non solo) rimane un argomento alquanto proteiforme ed elusivo, e da ciò deriva parte della sua difficoltà di gestione in termini reali.

L’irregolare distribuzione sul territorio e nei diversi gradi d’istruzione della popolazione scolastica non italiana, nonché le complesse vicende familiari che spesso precedono l’inserimento, sono altrettanti elementi di complessità aggiuntiva, in uno scenario reso incerto dal mutevole atteggiamento della classe politica (cui spetterebbe il compito di fornire precise linee guida). L’interculturalità sembra essere una scelta ormai consolidata (seppur non unanimemente accettata), ma notevoli dubbi permangono sull’esatto contenuto da attribuire a questo termine, tanto che non è possibile rintracciarne una definizione univoca neppure nel contesto della letteratura scientifica sull’argomento, ed ancor meno certe sono le modalità di una sua concreta applicazione.

La prima a fare le spese di questa dissonanza tra teoria e pratica educativa sembra essere la categoria degli insegnanti: numerose ricerche mettono infatti in luce un vissuto di disagio, generato (o quantomeno aggravato) in parte da un percepito deficit di preparazione rispetto alle tematiche in questione, ed in parte dovuto ad una più generica situazione di crisi dell’intero sistema scolastico, che sta tutt’ora combattendo con alcuni aspetti critici esistenti sin dalla sua nascita (come il sempre presente divario nord/sud del paese).

Queste difficoltà strutturali preesistenti esercitano un’ovvia influenza negativa in diversi settori: particolarmente pesante per i ragazzi di origine immigrata (in particolare in considerazione dell’elevato disagio psicologico che comporta) è la notevole diffusione del fenomeno del bullismo scolastico, che, in presenza di studenti provenienti da altri paesi, può assumere una connotazione di vera e propria discriminazione razziale.

La coscienza della persistenza di elementi di difficoltà oggettiva, e la conseguente impossibilità di ritenere l’istituzione scolastica realmente “giusta” (intendendo con questo termine “in grado di fornire, a tutti i suoi fruitori, eguali probabilità di riuscita ed equità nel sistema di valutazione”) non deve però far trascurare il fatto che un’evoluzione nell’opportuna direzione sia comunque in atto: colta sostanzialmente di sorpresa dalla rapidità con cui si è sviluppato il fenomeno degli “studenti con il trattino”, la scuola sta ora correndo ai ripari e dotandosi di strumenti e metodologie adeguati, anche attraverso il ricorso a professionalità esterne.

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4 Introduzione “L’Italia sarà quello che voi sarete” Dal messaggio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi agli studenti in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2005/2006 Roma, Complesso del Vittoriano, 20 settembre 2005 La scuola (quella italiana nello specifico, ma il discorso è davvero universale) è giusta? Se lo si chiede ad un qualunque studente, non avrà alcun dubbio nel rispondere: naturalmente no. Chi non ha provato almeno una volta, nel corso della sua carriera scolastica, la sensazione che un insegnante lo prendesse di mira in modo particolare? O quanti pensano veramente, solo per fare qualche esempio, che il voto ottenuto all’esame di maturità rispecchi le proprie reali capacità? Di certo solo una piccola minoranza, ed in pratica nessuno sarebbe disposto ad allargare il raggio d’azione di tale giudizio all’intera classe - e tanto meno all’intero istituto - d’appartenenza. L’istruzione generale gratuita ed obbligatoria è stata senza alcun dubbio un’importantissima conquista, e nessuno intende negare o sminuire il suo valore. Ma se è vero che in linea teorica questo sembrerebbe garantire a tutti gli studenti uguali opportunità di successo, gli studi in questo campo hanno dimostrato che nella realtà ci sono moltissimi altri fattori che influiscono sull’effettivo raggiungimento dei risultati previsti. L’esempio classico è quello delle lingue straniere: l’alunno che abbia la possibilità di seguire corsi di lingua specifici - o addirittura di soggiornare per un periodo all’estero - è ovviamente avvantaggiato sul compagno di classe che non abbia tale opportunità. Per usare le parole di A. Giddens, possiamo concludere che, ancora oggi, “l’istruzione tende ad esprimere e a confermare le disuguaglianze esistenti molto più che a modificarle”. 1 In questo quadro complessivo, un posto di rilievo spetta ovviamente alle problematiche relative agli studenti di origine immigrata: molto spesso, infatti, le 1 Anthony Giddens, Sociologia, 1995 Il Mulino, Bologna pg. 11

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Informazioni tesi

  Autore: Serena Valenti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze e Tecniche dell'Interculturalità
  Relatore: Giorgio Osti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 300

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Parole chiave

autonomia scolastica
disagio docenti
discriminazione scuola
immigrati scuola
integrazione
integrazione scolastica stranieri
interculturalità
pedagogia interculturale
razzismo
scuola
sociologia
studenti stranieri

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