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Reclutamento e carriera del legionario romano in età imperiale

La prima parte della tesi fornisce una panoramica generale dell’esercito romano durante l’età degli imperatori. Ho preso in esame la struttura delle legioni e delle armate ausiliarie, ho mostrato le differenze etniche o legate alla cittadinanza, che sono alla base di questa divisione. Allo stesso modo ho descritto la gerarchia dell’esercito, che rifletteva le classi sociali della società civile: raramente il merito vinceva sui legami familiari e sulle raccomandazioni.
L’elaborato passa poi ad analizzare più nel concreto la vita del soldato. Il capitolo sul reclutamento riprende e spiega ulteriormente la divisione tra legionari e ausiliari, descrive gli esami a cui erano sottoposte le reclute, come e perché decidevano di entrare nell’esercito, e quanto durava il servizio militare.
Dopo un veloce sguardo alle strutture e all’organizzazione fondamentale di un accampamento militare romano, con le varie residenze per ufficiali e soldati semplici, cucine, magazzini, terme (sempre fondamentali nel mondo romano), ho preso in esame più dettagliatamente la vita quotidiana dei militari.
Innanzitutto come si viveva nel castrum e quali erano i compiti giornalieri di ciascuno. Poi una ricca analisi della condizione giuridica dei soldati, che innanzitutto non potevano sposarsi durante il servizio, ma ciò non impediva loro di avere compagne e concubine. Godevano invece di molti vantaggi in campo economico e sociale, nei confronti dell’eredità o della patria potestas. Ho poi fornito un’accurata descrizione dell’equipaggiamento, del vestiario, delle armi e delle armature, nonché delle cibarie che costituivano solitamente il rancio. Vale la pena ricordare che le abitudini e i modi di vita dei soldati erano i medesimi in ogni angolo dell’impero. Anche la religione veniva preservata, sebbene i sacrifici fossero rivolti principalmente, come è ovvio immaginare, a divinità guerriere, come Marte. Più avanti nei secoli l’esercito fu un fiorente luogo di diffusione del Mitraismo, che attirava i militari con la sua componente di forza e guerra tra bene e male (la lotta di Mitra con il toro).
Capitolo finale dedicato allo stipendio. Nel mondo antico il denaro si muoveva con le truppe, le guerre erano il grande bacino di investimento dei sovrani e quindi anche degli imperatori romani. Ho ripercorso velocemente la storia della paga, dal primo stipendio introdotto durante la presa di Anxur, fino alle enormi quantità d’oro riversate sui militari dagli imperatori soldati e durante gli anni della decadenza dell’Impero.
Più in alto si era nella gerarchia, più si guadagnava. Tuttavia anche il soldato semplice guadagnava molto di più di un contadino o di un artigiano: il militare era un mestiere redditizio e i congedati spesso si trovavano tra le mani un buon gruzzolo, se si tiene conto che alla paga di base si aggiungevano indennità varie, doni degli imperatori e premi di congedo. I veterani ricevevano poi delle terre come ricompensa per il loro servizio: un soldato quindi poteva davvero arricchirsi notevolmente, se non lasciava la pelle in battaglia!
La tesi è interamente corredata da utili tabelle riassuntive ed esplicative, nonché da alcune immagini che illustrano visivamente e aiutano a comprendere meglio gli argomenti affrontati.

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4 Capitolo 1 STRUTTURA DELL’ESERCITO 1.1 Legioni e truppe ausiliarie All’epoca di Cesare ogni legione era composta da circa cinquemila uomini, comandata da un legato e divisa in dieci coorti, la prima delle quali, probabilmente a partire dall’epoca flavia, aveva il doppio degli uomini. Le coorti erano divise in centurie e le centurie in contubernia (ovvero tende di otto uomini ciascuna), c’erano dieci contubernia in una centuria (ottanta soldati) e sei centurie in una coorte (quattrocentottanta soldati), si chiamava manipolo il raggruppamento di due centurie. Nove coorti semplici più una coorte a forza doppia componevano una legione: sulla carta cinquemiladuecentottanta uomini, ma era abbastanza normale che il totale oscillasse sia per eccesso sia per difetto. Ogni centuria era comandata da un centurione e comprendeva un numero variabile di ufficiali minori, che ricevevano una volta e mezza o due volte la paga di un legionario semplice. La cavalleria non era sempre presente ed era solitamente composta da centoventi cavalieri per legione. Le truppe ausiliarie, reclutate fra le popolazioni sottomesse non ancora assimilate e non in possesso della cittadinanza romana, avevano un’organizzazione più varia con due tipi di unità, le coorti e le alae: le coorti, unità di fanteria, ricalcavano la struttura della coorte romana ed erano comandate da centurioni; le alae, unità di cavalleria, comprendevano anch’esse circa cinquecento uomini, divisi in sedici turmae di trenta uomini, comandate da decurioni. Era possibile trovare cohortes o alae milliariae, unità di forza doppia di circa mille uomini, comandate da tribuni; c’erano alcune cohortes equitatae, unità miste che comprendevano probabilmente tre - sei turmae in aggiunta alle sei - dieci centurie, a seconda che fossero quingenariae o milliariae; sono attestati anche numeri, unità di cui sappiamo poco, inizialmente irregolari poi via via più organizzate, reclutate tra gli

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Perego
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Adriano Savio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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