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Le politiche di risparmio energetico della Provincia Autonoma di Bolzano

Gli sviluppi tecnologici degli ultimi due secoli hanno portato l’uomo ad identificare il benessere con un forte, esagerato consumo energetico.
La possibilità di un imminente esaurimento dei combustibili fossili, sui quali si è basata l’economia dell’opulenza e dello spreco energetico, e l’ormai scientificamente provata correlazione tra l’aumento della concentrazione di CO2 (e altri gas serra) in atmosfera e l’aumento della temperatura media terrestre dovrebbero costringere le nostre società post-industriali a spostare l’attenzione sul grado di efficienza nella trasformazione di energia.
Eppure si continua a parlare della costruzione di nuovi centrali termoelettriche e nucleari, quando i nostri obiettivi primari dovrebbero essere la riduzione dell’inefficienza degli attuali impianti, degli sprechi e degli usi impropri dell’energia a nostra disposizione e lo sviluppo di una rete di piccole centrali gestite localmente ed alimentate da fonti rinnovabili, quali il sole, il vento, la biomassa e la geotermia.
La produzione centralizzata ed il trasporto dell’energia a destinazione sono causa di ingenti perdite energetiche ed economiche, così come lo sono gli edifici che, se mal isolati o posizionati, dissipano all’esterno gran parte del calore utilizzato per riscaldarle. Semplici tecnologie di uso corrente permetterebbero di porre rimedio a queste situazioni, riducendo contemporaneamente le emissioni inquinanti ed imboccando finalmente il sentiero dell’efficienza energetica.
Il cammino da percorrere sarà lungo e tortuoso. Dovranno essere scosse le fondamenta di questa nostra società energivora, inquinante e predatrice: il settore produttivo e quello dei trasporti sono, infatti, quelli cui viene destinata gran parte dell’energia che produciamo ed allo stesso tempo quelli da cui derivano i maggiori rischi per la nostra salute e per quella del pianeta.
Argomento di questo elaborato sono i primi passi che la Provincia di Bolzano sta muovendo lungo il sentiero dell’efficienza energetica nel tentativo di ridurre gli ingenti sprechi di energia in ambito residenziale, cercando di indurre la cittadinanza ad un comportamento responsabile ed informato. Collegato a ciò, tramite l’esperienza CasaClima, il tema della produzione di energia per autoconsumo attraverso lo sfruttamento di fonti rinnovabili, efficace metodo per eliminare il problema delle perdite energetiche lungo le reti di distribuzione, sfruttare le peculiarità locali di ogni territorio e costruire società più eque, nelle quali la produzione dell’energia non sia centralizzata e fonte di controllo sociale, ma distribuita nelle mani di ciascuno di noi.
Esperienze concrete dimostrano come tutto ciò sia possibile: a Güssing - cittadina di 4000 abitanti situata in Austria al confine con l’Ungheria e sede del Centro Europeo dell’Energia Rinnovabile - il sole, il legno, il mais, i grassi vegetali e i rifiuti, vengono trasformati in riscaldamento, elettricità, gas, carburante per le auto, sino a soddisfare l’intero fabbisogno energetico locale. L'uso dell'energia alternativa ha permesso alla città di ridurre del 90% le emissioni di biossido di carbonio, di creare posti di lavoro e di guadagnare ogni anno, dalla vendita alla rete nazionale del surplus energetico, 500 mila euro che vengono reinvestiti in nuovi progetti.
In Italia, la questione energetica ed il problema del riscaldamento climatico sono stati posti al centro del dibattito pubblico solo di recente; ci vorrà dunque del tempo affinché i cittadini e le autorità politiche siano abbastanza informati su tali argomenti, da considerare una maggior tutela ambientale, il risparmio energetico e lo sfruttamento di energie rinnovabili assolutamente necessari al fine di prevenire gravi danni all’economia (a medio termine) e mantenere vivibile il pianeta (a lungo termine). Nell’ultimo decennio (e oltre) la Provincia di Bolzano è riuscita, tramite l’informazione e la responsabilizzazione dei cittadini, a creare consenso attorno a questi temi; in conseguenza di ciò è stato possibile adottare provvedimenti e sviluppare progetti che stanno gradualmente rendendo eco – compatibile lo stile di vita degli abitanti, escludendo che in futuro si renda necessario il ricorso a provvedimenti d’urgenza e che si possano verificare gravi problemi economici e sociali. D’altronde è questa la grande sfida dei nostri tempi: scongiurare le conseguenze economiche e sociali dell’inazione (che rimane la soluzione più semplice dal punto di vista politico e del singolo cittadino) ed agire gradualmente in un clima di cooperazione che renda più semplice e sopportabile il cambiamento del nostro stile di vita.

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24 Parte 3 Risparmio ed efficienza energetica nelle costruzioni I consumi di energia nel settore residenziale ed in quello della mobilità privata dipendono dai comportamenti di ciascuno e sono fortemente condizionati dai problemi strutturali delle costruzioni e dei mezzi di locomozione esistenti. Mentre vi sono forti resistenze (dei produttori, ma anche dei consumatori) alla sostituzione del motore a scoppio ed al cambiamento nel settore automobilistico, in molte zone è oramai diffusa la consapevolezza che le costruzioni energeticamente efficienti offrano un miglior comfort abitativo a costi moderatamente più alti rispetto agli edifici tradizionali, ammortizzabili in pochi anni attraverso la minor spesa in elettricità, gas o gasolio. E non si tratta di progetti esemplari ma di tipologie applicabili a qualsiasi tipo di edificio. Un indicatore dell’efficienza energetica degli edifici è il fabbisogno energetico per metro quadrato e anno (kWh/m2·a) necessario per il riscaldamento e la produzione di acqua calda. Aggiungendo inoltre il consumo energetico dell’illuminazione, degli apparecchi elettrici e, nelle regioni climatiche caratterizzate da estati calde, il fabbisogno energetico per il raffreddamento estivo, si ottiene un indicatore energetico complessivo. Gli edifici convenzionali non corrispondenti alle normative sul risparmio energetico presentano un fabbisogno per il solo riscaldamento pari a circa 220-250 kWh/m2 per anno, quelli adeguati alle normative europee consumano circa 80-100 kWh/m2·a, mentre per gli edifici a basso consumo energetico sono sufficienti tra i 30 e 50 kWh/m2·a, e gli edifici passivi hanno un consumo addirittura minore di 15 kWh/m2·a. Inoltre agli edifici energeticamente efficienti sono associati bassi consumi dell’impianto dell’illuminazione ed una climatizzazione efficace, economica e rispettosa dell’ambiente. Circa il 75% degli edifici presenti in Alto Adige è stato edificato più di 25 anni fa, e presenta un consumo medio per il riscaldamento di 210 kWh/m2·a. Se tale consumo fosse ridotto a 70 kWh/m2·a, gli abitanti spenderebbero 150 milioni di euro in meno all’anno. Inoltre, ristrutturare solamente il 3% di queste abitazioni comporterebbe un investimento di 100 milioni di euro, di cui beneficerebbe l’economia locale1. E le emissioni di CO2 diminuirebbero sensibilmente. 1 cfr. Norbert Lantschner, CasaClima - Vivere nel più, Edizione Raetia, 2007

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Informazioni tesi

  Autore: Dario Cocciardi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace
  Relatore: Rodolfo Lewanski
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 42

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