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Dopo la guerra... un'altra guerra - Questioni sociali e lotte operaie a Roma dalla Liberazione al 1947

Il lavoro mette in risalto un argomento che è stato trattato molto raramente: nel contesto del triste secondo dopoguerra per la città di Roma e i suoi stanchi abitanti non c'è il tanto sperato ritorno alla prosperità e spensieratezza, come si sperava durante il grigio periodo dell'occupazione nazista, bensì il ripresentarsi di molti dei vecchi problemi. Particolare attenzione è posta alla questione della dilagante disoccupazione che colpisce la città e in particolare alla questione dei "lavori a regia" appaltati dal Genio Civile per tentare di arginare il problema. Presto però la situazione sfugge di mano al Governo e i risvolti saranno tragici. Il lavoro è arricchito da diverse testimonianze orali (edite e inedite) che completano il testo a fianco di quelle documentarie; particolare attenzione è dedicata alla singolare memoria che è rimasta degli avvenimenti dei "cantieri a regia" da parte di chi li visse personalmente.

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4 INTRODUZIONE Roma durante l’occupazione nazista è una città oppressa, triste, affamata. È una città stanca della guerra, e stanca dei lutti e delle privazioni che questa comporta. Le numerose memorie di questo periodo ci trasmettono l’immagine di una città grigia, stremata, dove anche l’aria che si respira è differente: Roma, in quei giorni, era livida; […] tutto er resto era de un grigiore e de ‘na tristezza che se esprimeva proprio nell’atmosfera, se respirava; sembra che proprio l’aria fosse intrisa de tristezza, capito? …Era ‘na Roma sofferente, morta de fame, dove tu vedevi la gente che fuggiva, magra, triste, capito? […] pare che ‘n c’era più luce […] Roma è rimasta così pe’ tutto er periodo dell’occupazione: ‘na città triste. ‘E campane, nun ciavevano più quer sòno… 1 I romani attendono con impazienza l’arrivo degli Alleati, che da mesi sono bloccati dalla strenua resistenza delle truppe tedesche ad Anzio. Si attende la liberazione, che, come sostiene Alessandro Portelli, “prima ancora che un fatto politico, […] è un fatto fisico, sensuale: è una liberazione dei sensi, riguarda l’aria, il cibo, i colori, la forma dei corpi”. 2 Si attende quindi la fine dell’oppressione, la fine dei patimenti e del grigiore che avvolgono la città da mesi, togliendole il respiro. Il 4 giungo 1944 per Roma significa la fine della guerra. Gli Alleati entrano in una città che li attende festosa e li abbraccia in un tripudio di grida, colori e folle che scendono in piazza per celebrare la fine della sofferenza e il meritato ritorno all’abbondanza e alla spensieratezza. La prima parte di questo lavoro vuole mettere in risalto l’incredibile disillusione affrontata dai romani nel rendersi conto che con il passare del tempo la loro situazione non migliora nel modo tanto atteso. Il dopoguerra è per gli abitanti della città eterna una continuazione delle sofferenze che pativano già durante il 1 Umberto Turco, cit. in Roma tra guerra, Resistenza e liberazione: storia, memoria e immaginazione in un’ottica contemporanea, di Alessandro Portelli, p.1. 2 A. Portelli, op. cit., p. 1.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Simonetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Giovanni Contini Bonacossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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