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L'Ue tra allargamento e politiche euromediterranee

E’ opportuno evidenziare la responsabilità avvertita dall’Unione Europea nell’interazione con le nascenti democrazie dell’Europa Centrale e Orientale. Essa ha avuto concreta manifestazione, in primis, con il Phare, Programma di aiuti alla Ricostruzione economica, originariamente destinato alla Polonia e all’Ungheria, successivamente esteso a tutti gli altri Paesi dell’Europa centro-orientale e non solo ad essi.
I principali obiettivi di questa iniziativa sono quelli di consolidare il processo di riforma delle cosiddette economie di transizione e di promuovere una più stretta integrazione tra i paesi PECO e l’Unione. Nel 1999 è stato adottato un programma speciale di pre-adesione per l’agricoltura, chiamato SAPARD (Special Pre-accession Assistance for Agriculture and Rural Developement ) mentre nel 2000 è entrato in vigore l’ISPA (Instument for Structural Policies for Pre- accession). Gli accordi di commercio, cooperazione commerciale e economica si rilevarono poco dopo insufficienti e inadeguati per facilitare la transizione verso economie di mercato e democrazie stabili, e, in ultima istanza, per far fronte all’obiettivo di incorporare i paesi dell’Est europeo coinvolti al processo di integrazione europea. L’ulteriore evoluzione sono stati gli Accordi di Associazione e di Stabilizzazione, che hanno istituzionalizzato il dialogo politico come mezzo per consolidare l’avvicinamento dell’Ue ai Paesi associati e per costituire vincoli di solidarietà e cooperazione nuovi. Molto importante è stato il contributo del Patto di Stabilità per l’Europa Sud-orientale, varato a Colonia nel 1999. Esso è in primo luogo e sostanzialmente un impegno politico a “sostenere i paesi dell’Europa sudorientale nei loro sforzi per sviluppare la pace, la democrazia, il rispetto dei diritti umani e il benessere economico, con l’obiettivo di raggiungere la stabilità nell’intera regione”. Ciò implica offrire in prospettiva ai paesi dell’area la possibilità di integrarsi nell’Ue (oltre che genericamente nelle “istituzioni euro-atlantiche”): questo è un incentivo non indifferente per i paesi balcanici, ma anche un impegno a costruire un’Europa certamente ben più ampia di quanto potessero immaginare i padri fondatori della Comunità.
Negli ultimi anni l’area del Mediterraneo è diventata oggetto di un intenso dibattito politico internazionale, e rappresenta oggi una delle aree privilegiate in cui si esplica l’attività di cooperazione dell’Unione Europea; in particolare l’impatto politico dell’allargamento dell’Unione europea ad Est ha reso necessario un riequilibrio verso Sud, e dunque una maggiore attenzione verso i paesi mediterranei.

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Introduzione Nel mondo globale di oggi, incerto tra multipolarismo e progetti imperiali, l'Europa sembra trovare una difficile collocazione. Tale difficoltà pare derivare proprio dalla incertezza dell'identità europea. Non è uno Stato, non è una nazione, non ha una Costituzione ma ha una moneta (l'Euro) che, tuttavia, non tutti gli europei usano. Cos'è allora l'Europa? Quale sarà la sua identità futura? L’idea di una comune identità nazionale è stata legata alla possibilità stessa di un qualsiasi assetto democratico e poteva essere considerata come collante per la strutturazione e la conservazione della comunità politica, quale base decisionale su cui fondare le procedure democratiche stesse. Ora, siccome allo stato attuale non è rintracciabile qualcosa come una comunità politica europea, sembra problematica una qualsiasi legittimazione dell’autorità dell’Unione stessa. Ciò spiega il perché di una ipotetica cultura comune europea, a partire dalla quale costituire una nuova dimensione identitaria sovranazionale. Per poter parlare di identità sovranazionale, infatti, si deve presupporre una chiarezza di fondo circa l’idea di identità nazionale. Un’idea che presenta degli aspetti problematici in quanto presuppone ed implica idee di lealtà civile, di solidarietà, di impegno collettivo, che spesso vengono a mancare già entro i confini nazionali, e che, di conseguenza, sembrano essere difficilmente estendibili a livello sopranazionale; Un’idea che è diventata ancora più incerta e problematica con il più recente allargamento. 5

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Informazioni tesi

  Autore: Antonietta Bifulco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Carlo Amirante
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 220

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Parole chiave

accordi di associazione
balcani nella prospettiva dell’allargamento
criteri di copenaghen
democratizzazione dell’europa centro-orientale
dichiarazione di barcellona del 1995
diritti umani
espertocrazia e democrazia
patto di stabilità per l’europa del sud-est
pev
phare, sapard, ispa e ipa
politica europea di vicinato
processo di stabilizzazione
relazioni euro-mediterranee

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